Il fallimento dell’ecobonus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-07

A cinque mesi dal varo nessun effetto sul mercato automotive per l’incentivo voluto dal M5S

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L’ecobonus va a rilento. Poche settimane fa il ministero dello Sviluppo economico ha ufficializzato lo sblocco di 40 milioni di euro residui sul totale dei 60 destinati all’ecobonus (partito il primo marzo, ma diventato operativo solo 40 giorni dopo), vale a dire l’incentivo da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 6mila valido fino al 2021 per chi acquista un’auto nuova con emissioni di anidride carbonica fino a 70 g/km e prezzo di listino fino a 50 mila euro (compresa l’Iva). Nuovi fondi a disposizione che, tuttavia, non devono trarre in inganno: a cinque mesi dal varo, spiega oggi Patrizia De Rubertis sul Fatto, il bonus-malus conferma la sua scarsa efficacia.

Finora dei fondi a disposizione entro il 20 novembre 2019 ne sono stati richiesti solo poco più della metà: al 6 agosto quelli rimanenti sono 36.645.500 euro. Più grave è la situazione di ciclomotori e motocicli: dei 10 milioni a loro riservati ce ne sono ancora a disposizione 9,4 milioni di euro. Nona caso dallo scorso mese è stata ampliata la platea delle due ruote che possono beneficiare dell’ecobonus.

Anche se si tratta di un cospicuo tesoretto, gli incentivi incidono ancora troppo poco sulla riduzione delle emissioni di un parco circolante di quasi 40 milioni di auto troppo vetuste (una su 2 ha più di 10 anni) e perché – lamentano le associazioni di categoria – i bonus riguardano un numero ancora troppo limitato dei modelli.

Auto, ecotassa ed ecobonus (Corriere della Sera, primo marzo 2019)

Non ci si deve,quindi, stupire se a luglio, secondo l’Anfia (la Confindustria dell’automotive), dopo tre mesi di piena operatività dell’ecobonus, le vendite confermano un trend negativo: il diesel continua a perdere terreno (-24% nel primo semestre del 2019 con una quota di mercato del 37%) e le benzina si fanno sempre più diffuse (+35% con una quota del 44,8%).

Con un picco perle elettriche del 104%. Percentuali assolute che, però, non riflettono, la realtà: le immatricolazioni delle emissioni zero sono 5.912,contro le 2.901 del 2018, pari allo 0,5%di tutta la quota di mercato. Tanto che a luglio, per intenderci, sono state acquistate in tutta Italia 940 vetture elettriche (di cui 240 Zoe della Renault) contro le 10.684 Panda,che si conferma l’auto più venduta.

Insomma un’inezia: l’elettrico deve ancora esplodere e, per ora, non è l’ecobonus a far scattare la miccia.

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