Dugin e la guerra spirituale di Putin contro i gay | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-18

Ospite di Dritto e Rovescio, l’ideologo di Putin, Alexandr Dugin, definisce l’invasione dell’Ucraina come “la guerra dei valori russi contro quelli occidentali”

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Ospite a Dritto e rovescio, l’ideologo di Vladimir Putin e ispiratore morale dei movimenti sovranisti europei Alexandr Dugin ha affermato che quella del presidente russo in Ucraina è una “guerra spirituale”. Il conduttore Paolo Del Debbio gli chiede se è d’accordo con il discorso del patriarca di Mosca Kirill, il capo della chiesa ortodossa che lo scorso 7 marzo aveva giustificato il conflitto descrivendolo come una sorta di crociata contro i paesi che sostengono i diritti degli omosessuali. “Assolutamente sì – le parole di Dugin – è la guerra dei valori russi contro quelli occidentali, moderni e post moderni. È una guerra spirituale”.

Dugin e la guerra spirituale di Putin contro i gay

“Lei che lo conosce bene può dircelo – lo incalza Del Debbio – Putin è d’accordo con lei? Ce l’ha con le comunità gay?”. “Quelle possono esistere – spiega Dugin – ma abbandonarsi alle idee del peccato, la norma della perversione, questo è un attacco”. “Ma allora quella di Putin è una teocrazia – replica il conduttore – e non una democrazia o una monarchia, addirittura è investito dal divino nel suo compito di governare. È infallibile come il Papa”. Dugin conclude: “No, ma lui oggi difende l’identità, la cultura e la civiltà russa”. In un’intervista dello scorso 14 marzo al Giornale, l’ideologo aveva descritto i due motivi per i quali la Russia è in guerra: “Primo: denazificare un Paese il cui governo ha non solo tollerato ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza a una identità nazionalista ucraina basata sull’odio contro i russi. Una identità artificiale creata attraverso una ideologia che l’Occidente ha finto di non vedere perché odiare i russi è più importante che odiare i nazisti. Secondo: cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l’Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa”. In quel contesto parlò anche dell’utilizzo di “armi nucleari” in caso in cui i russi si sentissero “minacciati sul proprio territorio”.

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