Per il Patriarca di Mosca Kirill la guerra in Ucraina è giusta perché va contro chi sostiene i gay

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-07

Il Patriarca di Mosca Kirill, noto per le sue posizioni vicine a Vladimir Putin, giustifica gli orrori della guerra in Ucraina

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Vicinissimo al leader del Cremlino Vladimir Putin, il capo della chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill, giustifica la guerra in Ucraina come una sorta di crociata contro i paesi che sostengono i diritti degli omosessuali. Nel suo sermone in occasione della Domenica del Perdono, riportato oggi da vari media, il Patriarca ha descritto il gay pride come una sorta di spartiacque fra il bene il male. “Stiamo parlando di qualcosa di molto più importante della politica. Parliamo della salvezza umana, siamo entrati in una guerra che non ha significato fisico ma metafisico”, ha affermato Kirill.

Per il Patriarca di Mosca Kirill la guerra in Ucraina è giusta perché va contro chi sostiene i gay

Secondo il Patriarca, “le parate del gay pride dimostrano che il peccato è una variabile del comportamento umano”. E il loro svolgimento sono “un test di lealtà” ai governi occidentali, che invece è stato, a suo dire, respinto dalle due repubbliche separatiste del Donbass. “Per otto anni si è cercato di distruggere quanto esisteva nel Donbass, dove vi è un fondamentale rifiuto dei cosiddetti valori offerti da chi rivendica il potere mondiale”, ha detto il Patriarca affermando che la parte dove scegliamo oggi di stare “è un test della fedeltà al Signore”. Infine Kirill ha pregato per i soldati, presumibilmente russi, ignorando le sofferenze dei civili in Ucraina e le chiese colpite dai bombardamenti. Nel suo sermone al termine della Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, ha fatto riferimento a “questa primavera offuscata da gravi eventi legati al deterioramento della situazione politica nel Donbass, praticamente lo scoppio delle ostilità”. “Noi comunque – ha aggiunto – saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge. Non sopporteremo mai coloro che offuscano il confine tra santità e peccato e ancor più coloro che promuovono il peccato come esempio o come uno dei modelli di comportamento umano”.

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