Drusilla Foer non rappresenta una comunità ma la sua “unicità”: non c’è messaggio più politico di questo

di Lorenzo Tosa

Pubblicato il 2022-02-05

E ancora un’ultima cosa su Drusilla Foer. In tanti siamo impazziti per lei, ma no, non siamo tutti impazziti. Nessuno ha mai lontanamente pensato che sia una persona trans, né Drusilla ha mai preteso di ergersi a simbolo di qualcosa o qualcuno, se non di se stessa. Non ha mai parlato a nome di una …

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E ancora un’ultima cosa su Drusilla Foer. In tanti siamo impazziti per lei, ma no, non siamo tutti impazziti.
Nessuno ha mai lontanamente pensato che sia una persona trans, né Drusilla ha mai preteso di ergersi a simbolo di qualcosa o qualcuno, se non di se stessa.
Non ha mai parlato a nome di una comunità ma della sua “unicità”. Non ha mai creduto di poter in alcun modo incarnare le problematiche e le serissime rivendicazioni della comunità Lgbtq.
Ma, se la presenza di un uomo travestito da donna davanti a 15 milioni di persone può servire – come serve – ad abbattere tabù e stereotipi di un’assurda mascolinità anni ‘50 e a mandare in cortocircuito i pillon e gli adinolfi, sia benedetta Drusilla Foer.

Drusilla Foer non rappresenta una comunità ma la sua “unicità”: non c’è messaggio più politico di questo

Personaggio vero, finto? Reale, costruito? Non ha alcuna rilevanza, come a nessuno interessa sapere dove stia Joaquin Phoenix mentre entriamo e ci perdiamo nella psiche di Joker o cosa pensi Robert De Niro mentre Travis Bickle punta la pistola allo specchio in Taxi Driver.
Conta solo la sua straordinaria capacità di far passare temi complicatissimi con la rapidità fulminea di una battuta, un gesto, un occhiolino, e di fare tutto questo vestendo un’identità in cui si riconosce, diversa dalla propria, non omologata, non contenibile in un involucro convenzionale di genere e persino d’età (sì, l’età, tema fondamentale e sottovalutato nella performance di Drusilla).

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La libertà di scegliere chi vogliamo essere

C’è una parola precisa in italiano che tiene in sé tutto questo: SCELTA. Scegliere di essere chi vogliamo essere, senza chiederci cosa penseranno gli altri, senza paura dei giudizi e dei pregiudizi che fanno male e a volte uccidono. Ci vuole una cultura pazzesca, ci vuole uno studio mostruoso, ci vogliono anni di auto-analisi e consapevolezza di sé per arrivare sino a qui.
Non c’è messaggio più potente e più profondamente politico di questo, oggi.

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