Economia

Draghi a capo della Commissione Europea?

neXtQuotidiano 28/06/2019

Chi ha seguito da vicino la trattativa racconta che se l’Italia riuscirà a evitare le conseguenze peggiori della procedura di infrazione sul debito, sarà accaduto anche grazie alla sua mediazione con le cancellerie

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Mario Draghi a capo della Commissione Europea? L’ipotesi è raccontata oggi da Alessandro Barbera in un articolo per La Stampa:

L’ipotesi – alla quale Giuseppe Conte non sarebbe contrario – parte da una consapevolezza maturata in questi giorni nei colloqui fra Roma e Bruxelles: nelle attuali condizioni l’Italia può aspirare al massimo al portafoglio della Concorrenza. Una poltrona importante, ma nulla rispetto alle due che Roma sta per lasciare: Bce e Parlamento. Non solo: i candidati usciti dalla mediazione politica per il posto di commissario – Giancarlo Giorgetti in primis – non hanno le competenze necessarie a ricoprire un incarico così delicato sul piano tecnico.

Giorgetti è considerato spendibile per la casella del Commercio o quella dell’Agricoltura, troppo poco per uno dei tre grandi Paesi fondatori dell’Unione. Di qui l’idea di mettere sul tavolo il nome di Draghi, le cui doti di mediazione sono apprezzate da anni nelle riunioni del Consiglio europeo. L’attivismo recente dello stesso Draghi presso i leader europei avrebbe fatto il resto: il presidente della Bce si è speso molto per evitare strappi da e nei confronti dell’Italia, e insistendo nel mantenere una politica monetaria accomodante.

mario draghi figlio conflitto interesse - 1

In questo l’ex Ciampi boy si conferma un funzionario di prim’ordine: dopo aver ricevuto valanghe di critiche da parte leghista, ora è riuscito a conquistare consenso anche fra di loro:

Non solo quello di Giorgetti, uno dei pochi del governo giallo-verde con cui ha sporadici contatti, ma persino del leader dell’ala radicale Claudio Borghi. «Tutto si può dire di Draghi, ma il suo lavoro lo sa fare bene», raccontava qualche giorno fa a un amico. Chi ha seguito da vicino la trattativa racconta che se l’Italia riuscirà a evitare le conseguenze peggiori della procedura di infrazione sul debito, sarà accaduto anche grazie alla sua mediazione con le cancellerie.

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