Don Orlando Amendola: il prete che fa il saluto romano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-05-25

In un video pubblicato su Youtube dall’utente Ugo Tassinari si mostra la celebrazione del quarantennale della morte di Salvatore Umberto Vivirito, ex militante neofascista di Avanguardia Nazionale, morto il 21 maggio 1977, a soli 22 anni, a seguito di una ferita da arma da fuoco rimediata nel corso di una rapina, due giorni prima, a …

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In un video pubblicato su Youtube dall’utente Ugo Tassinari si mostra la celebrazione del quarantennale della morte di Salvatore Umberto Vivirito, ex militante neofascista di Avanguardia Nazionale, morto il 21 maggio 1977, a soli 22 anni, a seguito di una ferita da arma da fuoco rimediata nel corso di una rapina, due giorni prima, a una gioielleria di piazza Udine, a Milano. La cerimonia è celebrata da Don Orlando Amendola, che di mestiere fa il cappellano del cimitero Maggiore. Il prete ricorda il camerata raccontandolo come “eroe” dal grande coraggio che si batteva per l’ideale oltraggiato.

Alla fine del video il prete fa il saluto romano: “Per il camerata Umberto Vivirito”, dice uno dei militanti di Avanguardia Nazionale; “Presente”, risponde in coro anche il prete alzando il braccio in un gesto inequivocabile. . Il video è stato postato su Youtube e sul sito di “Fascinazione”. Racconta Paolo Berizzi su Repubblica:

La cosa che colpisce di più è il saluto romano di don Amendola (il gesto è vietato dalla legge italiana). Ma chi lo conosce sa che il sacerdote non è nuovo a esibizioni “politiche” a sostegno dell’estrema destra. Un anno fa si fece fotografare a un gazebo elettorale con il candidato Stefano Pavesi (della formazione neonazista Lealtà Azione) eletto con la Lega Nord. Il “cappellano dei camerati”: lo chiamano così, don Amendola.
Ogni anno è presente alla cerimonia in ricordo dei caduti della Rsi nel “suo” Campo X. Una cerimonia che i camerati facevano cadere provocatoriamente il 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo. Quest’anno la Prefettura l’ha vietata. I militanti “neri” hanno “rimediato” quattro giorni dopo, il 29 aprile. Con la benedizione del loro amato prete.

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