Attualità

I punti oscuri dell’omicidio di Mario Cerciello Rega

Giovanni Drogo 29/07/2019

Cosa è successo in quella tragica e concitata notte tra Piazza Gioacchino Belli e via Pietro Cossa? Perché chi ha fermato lo spacciatore che ha venduto la cocaina a uno degli americani si è lasciato sfuggire il cliente? E perché è stato ordinato immediatamente l’intervento di Cerciello Rega e del collega Varriale quando a Sergio Brugiatelli era stato detto di attendere l’indomani per sporgere denuncia?

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Perché è morto Mario Cerciello Rega? Ad oggi sappiamo il come ma ci sono ancora molti punti poco chiari sulla dinamica degli eventi che ha portato all’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri. Sappiamo che a Cerciello Rega sono state inflitte 11 coltellate al torace da parte di Finnegan Elder Lee, lo studente statunitense che si era presentato all’incontro armato di un coltello Ka Bar di notevoli dimensioni (la lama è lunga 18 centimetri e con l’impugnatura l’arma raggiunge i 30 centimetri di lunghezza). Possibile che nessuno tra Cerciello Rega e il collega Andrea Varriale si sia accorto dell’arma?

La vendita di droga, il fermo del pusher e il furto dello zaino del mediatore

Mano a mano che passano le ore le prime ricostruzioni dei fatti sembrano perdere coerenza. Sergio Brugiatelli, l’uomo derubato dai due, aveva incontrato gli americani intorno alle 23:30 di giovedì sera, e con loro si era organizzato per una vendita di droga che si concretizzerà dopo le 0:30 una volta che Brugiatelli ha contattato il suo amico pusher Italo P. e i due studenti hanno prelevato il contante. Brugiatelli e uno dei due studenti, Natale-Hjorth, vanno a concludere l’affare, ma il pusher viene bloccato da alcuni agenti subito dopo la cessione della droga e Natale scappa. Gli stessi però in maniera del tutto inusuale per questo genere di operazioni non fermano il cliente, ovvero uno dei due americani mentre Brugiarelli riesce a dileguarsi. Nel frattempo l’altro americano, Elder Lee, ruba lo zaino di Brugiatelli.

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La dichirazione di Brugiatelli

Oggi dall’annotazione del carabiniere Varriale emerge che «poco tempo prima di ricevere l’incarico di effettuare l’operazione in abiti civili, alle ore 1.19, era intervenuto in piazza Mastai su ordine del maresciallo Pasquale Sansone che gli riferiva di trovarsi sul posto insieme ad altri operanti per la ricerca di un soggetto che si era sottratto all’identificazione dandosi alla fuga dopo aver consegnato ai militari un involucro di colore bianco contenente una compressa di tachipirina». Proprio in Piazza Mastai i due americani hanno sottratto il borsello a Sergio Brugiatelli.

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La ricostruzione dell’omicidio di Mario Rega Cerciello (IL Messaggero, 27 luglio 2019)

Quella sera Varriale e il Collega Cerciello Rega sono impegnati nel servizio di pattuglia in abiti civili con turno notturno, da mezzanotte alle sei. Varriale riceve una telefonata dal maresciallo della stazione di Piazza Farnese che gli dice di recarsi in Piazza Mastai. Raggiunti i colleghi che si trovavano sul posto (ma che non sono in servizio) i due procedono all’identificazione del 47enne Sergio Brugiatelli che in quell’occasione denuncia il furto del borsello da parte di due individui che si sono allontanati verso ponte Garibaldi. «Al momento gli operanti invitavano Sergio B. a sporgere denuncia presso un qualsiasi ufficio di polizia e riprendevano il normale servizio», si legge nella nota agli atti dell’ordinanza del Gip Chiara Gallo che convalida l’arresto di Christian Gabriel Natale Hjort e Finnegan Lee Elder.

Chi ha ordinato l’intervento di Cerciello Rega e Varriale

Brugiatelli chiamerà effettivamente il 112. Ma non lo farà direttamente perché è senza telefono. Dall’audio pubblicato da Repubblica si intuisce infatti che è un carabiniere a chiamare e poi a passare al telefono Brugiatelli che racconta all’operatore il fatto (il furto del borsello con dentro cellulare e documenti) e manifesta l’intenzione di sporgere denuncia. Brugiatelli racconta di aver chiamato il proprio cellulare e di aver ricevuto una richiesta di “riscatto” pari a 80/100 euro per la restituzione della borsa. La telefonata si conclude con una richiesta di attendere sul posto. La somma richiesta corrisponde all’importo del denaro usato per comprare una dose di cocaina da uno spacciatore italiano amico di Brugiatelli, dose che si rivelerà essere aspirina. La telefonata di Brugiatelli è delle ore 2:02 del mattino.

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Agli atti Brugiatelli dice che gli operatori sul posto gli dicono di attendere l’indomani mattina per sporgere denuncia. Eppure alle ore 2:10 la Centrale Operativa chiama il vicebrigadiere sul suo cellulare per una nota d’intervento in piazza Gioacchino Belli. Rega e Varriale vengono informati che Brugiatelli aveva subito anche un tentativo di estorsione. Giunti sul posto dopo pochi minuti i due carabinieri in borghese effettuavano una nuova chiamata sul numero di Brugiatelli e si accordavano per organizzare lo scambio in Via Cesi, sono le ore 2 e 30 minuti del 26 luglio. La telefonata viene ascoltata in vivavoce da Rega e Varriale.

Il tentativo di fermare i due americani e l’omicidio

Intorno alle 3 del mattino del 26 luglio i carabinieri arrivano nei pressi dello scambio assieme a Brugiatelli. I due si allontanano lasciando l’uomo vicino all’auto civetta. A quel punto si passa alla testimonianza di Varriale che racconta come dopo aver avvicinato i due ragazzi lui e il collega si sono identificati come Carabinieri mostrando il tesserino. I due americani sostengono di essersi spaventati e di non aver capito che erano davvero carabinieri. Quello che è certo è che inizia una collutazione, mentre Cerciello Rega tiene bloccato Finnegan Elder Lee questi estrae il coltello e colpisce il vicebrigadiere. Varriale nel frattempo era impegnato con Natale Hjorth e non si è reso conto della situazione fino a quando non ha sentito le urla del commilitone.

Trench knife Ka-Bar Camillus coltello mario rega cerciello 1

Non è chiaro però come sia stato possibile che i due carabinieri si siano fatti sorprendere in questo modo. Se Cerciello Rega stava bloccando Elder Lee come ha fatto quest’ultimo a infliggergli 11 coltellate abbrancandolo da dietro come si legge in alcune ricostruzioni? Riguardo al coltello Ka Bar il Gip scrive «il coltello in questione, custodito in un fodero, è di dimensioni tali che non era certamente possibile prenderlo e occultarlo in tasca o celarlo in altro modo all’insaputa di Natale che era lì vicino in camera con Elder». Questo per dimostrare che Hjorth non poteva non essere a conoscenza del fatto che l’amico fosse armato. «Peraltro vista la facilità e rapidità con cui Elder l’ha utilizzato nei confronti del vicebrigadiere deve ritenersi che l’arma fosse portata di mano dell’indagato», scrive il Gip nell’ordinanza.

Leggi sull’argomento: Il false flag degli americani “incastrati” per l’omicidio di Mario Cerciello Rega

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