Il false flag degli americani “incastrati” per l’omicidio di Mario Cerciello Rega

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-29

Anche questa volta abbiamo sventato l’ennesimo complotto ai nostri danni. I due cittadini USA non sono i veri assassini del vicebrigadiere dei Carabinieri che è stato “fatto uccidere” per uno scopo ben preciso da “persone chiaramente addestrate”. E allora i nordafricani? Niente paura, c’è spazio anche per loro nelle teorie del complotto sull’accoltellamento di Mario Cerciello Rega

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L’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega? Un complotto. Ancora non sono saltati fuori quelli che di solito dicono che le vittime non esistono e sono tutti crisis actor, attori pagati per “interpretare” le persone uccise in attentati terroristici. E c’è una spiegazione molto semplice: i nostri indagatori dell’occulto sono impegnati a spiegarci come sono andate davvero le cose. Perché il carabiniere è morto, questo è indubitabile, ma è l’unico fatto certo, per loro.

I due americani usati come capro espiatorio per coprire la verità

Come sappiamo i protagonisti di questa vicenda sono in totale sei. Ci sono i due carabinieri Cerciello Rega e Andrea Varriale, i due studenti americani in vacanza Finnegan Lee Elder Gabriel Christian Natale-Hjorth che hanno rapinato Sergio Brugiatelli dopo essere stati truffati da uno spacciatore italiano. La dinamica a grandi linee è questa: i due studenti in cerca di droga si sarebbero rivolti a Brugiarelli che avrebbe indicato loro un pusher che però invece che cocaina ha venduto loro dell’aspirina. Dopo essersi accorti della truffa i due hanno rubato il borsello di Brugiatelli (che sarebbe anche un informatore della polizia) il quale ha chiamato il 112 per chiedere l’intervento dei Carabinieri per poterlo recuperare. All’appuntamento con i due si sono presentati Varriale e Cerciello Rega che è stato accoltellato da Finnegan Lee Elder.

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Come sempre in questi casi all’inizio le informazioni erano incomplete e si pensava che i due rapinatori (e quindi assassini) fossero di origine nordafricana. A mettere in giro la voce è stato inizialmente Brugiatelli che ai Carabinieri avrebbe parlato di una “banda di magrebini” e successivamente il collega del vicebrigadiere ucciso che ha parlato di due “nordafricani”. Le indagini hanno appurato rapidamente la verità. I due americani sono stati arrestati, l’arma del delitto è stata ritrovata e il presunto assassino ha confessato. Poi è saltata fuori la foto di Hjorth bendato e ammanettato nella stazione dei Carabinieri. E i complottisti hanno trovato pane per i loro denti.

Nessuno si aspetta il Deep State italiano

Già quando era stata diffusa l’identità dei due fermati con l’accusa di omicidio molti hanno iniziato a gridare al complotto. La confessione di Finnegan Lee Elder è stata una mossa studiata per nascondere i crimini commessi dagli immigrati ed evitare una rivolta popolare contro gli stranieri. Ma nemmeno quando davvero un cittadino di origine straniera si è macchiato di un delitto o di un crimine si è scatenata la rivolta della ggente contro gli immigrati. Una rivolta che a molti piace pensare che possa essere imminente, perché laggente sono stanchi di questa invasione (che non c’è). E in mancanza di un bel pogrom alla Tarrant o alla Traini magari si accontentano di votare Lega.

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La foto di Hjorth bendato e ammanettato era la prova che i sovranisti stavano cercando per spiegare che è tutta una montatura. In che modo? Ad esempio per “aiutare il ragazzino perché sa che è innocente”, vale a dire creare un pretesto per invalidare la confessione. Il particolare importante è che non è stato il ragazzo bendato a confessare, ma il suo amico che si sarebbe addossato la colpa dell’omicidio. Ma questo è solo un dettaglio da poco del quale gli ispettori di Twitter non tengono conto.

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La foto serve quindi a creare il pretesto per invalidare il fermo, a trovare il modo per evitare che i due possano essere giudicati in Italia e quindi rispediti negli Stati Uniti. Il motivo? I nostri eroi sanno che gli americani non sono i veri colpevoli. I veri colpevoli sono i famosi “nordafricani” «che gli apparati stanno coprendo per non far montare l’onda anti-immigrazione».

I complottisti e il vero mandante dell’omicidio Cerciello Rega

È il momento di approfondire la questione. Chi aveva interesse ad uccidere Cerciello Rega? Se vogliamo credere alla teoria del complotto non è sufficiente accontentarsi di un depistaggio per nascondere le “colpe” dei nordafricani. Anche perché al governo abbiamo gente che su questo genere di narrazione ha costruito il suo successo elettorale. Come spiegare questa apparente contraddizione? Un geometra sanremese dal suo tinello ci spiega che «l’ondata di ostilità nei confronti degli immigrati avrebbe portato troppa acqua al mulino dei soggetti contrari all’immigrazione dall’Africa» e quindi si è scelto di addossare la colpa ai due statunitensi ben sapendo che poi sarebbe stato creato l’evento in grado di liberarli.

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Gli scippatori, quelli sì, sono nordafricani, prosegue il nostro. Ma i due americani cosa sono? Al massimo due testimoni (scomodi ça va sans dire) dell’accoltellamento. Due che hanno visto come sono andate davvero le cose e che quindi se parlassero potrebbero far cascare il palco.

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Ci sono quindi due misteri da risolvere secondo i complottisti. Il primo è chi siano i veri assassini, il secondo è per quale motivo è stato ucciso (per loro pare assodato il fatto che la vittima non è stata scelta a caso) Cerciello Rega. Si torna così ai dettagli reali dell’inchiesta per creare una versione alternativa. È il turno dell’arma del coltello, un Camillus modello Ka-Bar, famoso per essere stato l’arma bianca d’elezione del corpo dei Marines degli Stati Uniti. Non proprio un coltellino a serramanico che i due avrebbero portato dagli USA (imbarcandolo nella stiva, dove è consentito il trasporto).

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Basandosi su un articolo del Corriere della Sera che descrive l’omicidio del vicebrigadiere come “un’azione da Marines” Maurizio Blondet (uno che ritiene che la casa editrice Adelphi sia stata fondata da dei satanisti e che Jodie Foster abbia avuto un ruolo nell’attentato a Reagan) scrive sul suo blog che «si tratta di una qualche “operation” a cui elementi del deep state italiota hanno preso parte». Un po’ come Regeni che secondo Blondet fu mandato a spiare i sindacati egiziani dai britannici al solo scopo di farsi uccidere e creare un caso per screditare il governo del Cairo. Ora facciamo per un momento finta che ad un professionista addestrato servano undici coltellate per uccidere una persona, perché tanto vi diranno che ha agito così per nascondere le tracce (ma allora perché avrebbe agito “da professionista”?). Che significa? Vuol dire ci sono delle branche dei Servizi Segreti che puntano a “guastare i rapporti” con Trump. E per quale motivo? Blondet tira fuori la storia dei fratelli Occhionero e spiega che anche in quel caso fu un’operazione voluta per “incastrare Trump”. Ma chi c’è dietro tutti questi complotti? Secondo Blondet niente meno che Hillary Clinton, del resto tutti sanno che l’ex Segretario di Stato USA ha una pila di corpi sepolta in giardino.

Leggi sull’argomento: Come hanno preso gli americani la foto di Natale Hjorth bendato come se fosse a Guantanamo

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