Di Maio e il terreno del padre a Mariglianella: quello che non torna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-29

Molte contraddizioni tra la versione del vicepremier e le carte che riguardano il luogo in cui ci sono due immobili che non risultano al Catasto

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Il Giornale oggi torna sulla vicenda del terreno di Antonio Di Maio a Mariglianella dove ci sono due manufatti “fantasma” e oggi si presenteranno i vigili per verificare lo stato dei luoghi.

Martedì sera, nel salotto di Giovanni Floris, il capo politico dei Cinque stelle ha interrotto il silenzio sul caso degli immobili di Mariglianella, comune in provincia di Napoli a un tiro di schioppo da Pomigliano D’Arco, solo poche parole, insufficienti a dare risposta agli interrogativi posti con gli articoli del Giornale. «I terreni erano dei miei nonni. Che io ricordi ci sono un rudere, una baracca e un deposito per attrezzi.

I manufatti risalgono ai tempi della Seconda guerra mondiale. I nonni, mio padre e mia zia hanno lasciato quelle proprietà in seguito al terremoto» – ha spiegato Di Maio, rispondendo alle domande di Floris. Parole su cui è opportuno fare alcune valutazioni.Gli appezzamenti di terreno, almeno da quanto risulta sia all’Agenzia del Territorio che nel database del Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere, sono stati acquistati con un atto redatto alla presenza di un notaio nel 2000: l’atto di vendita coincide perfettamente con la visura catastale.

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Il terreno del padre di Di Maio a Maglianella (Il Giornale, 24 novembre 2018)

E poi c’è l’anno di costruzione. Di Maio sostiene che quei manufatti esistano già dal dopoguerra. Potrebbe essere vero. Però risulta strano che gli immobili non siano mai stati censiti né dall’Agenzia del Territorio (ex catasto) né dal Comune in 70 anni. E sembra un’anomalia che gli immobili, già presenti negli anni 50, non siano stati inseriti nell’atto di vendita nel 2000.

Altri dubbi riguardano il materiale con cui sono stati costruiti i manufatti; sembrerebbe di recente costruzione. Il ministro del Lavoro parla dei manufatti ma non fa alcun cenno al campetto di calcetto che ricade nella proprietà della famiglia Di Maio. È una struttura autorizzata o abusiva? Al netto della difesa del vicepremier, il mistero resta.

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