Di Maio, la Ardima e la storia del terreno a Mariglianella

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-28

Domani i vigili verificheranno la presenza dei fabbricati e delle strutture in muratura e segnaleranno alla procura gli eventuali abusi edilizi. Intanto il ministro spiega: non sono cose intestate a me

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«Si stanno facendo degli accertamenti, sono dei capannoni o baracche che risalgono a dopo la Seconda Guerra mondiale che se ho capito bene non sono accatastati, bisogna capire se sono stati costruiti in maniera abusiva o non accatastati. Mi fa piacere che lo si sta scoprendo solo nel 2018, che le autorità stanno facendo oggi i controlli, benissimo, non lo dico ironicamente, ma non sono cose intestate a me»: così Luigi Di Maio a margine del Restitution Day in Abruzzo ha parlato della faccenda del terreno a Mariglianella sollevata nei giorni scorsi dal Giornale con tanto di “immobile fantasma”, ovvero non censito dall’Agenzia del Territorio e sotto ipoteca per un debito pari a 176 mila e 724,59 euro.

Di Maio, la Ardima e la storia del terreno a Mariglianella

La storia è collegata a quella di Salvatore Pizzo e degli altri operai in nero della ARDIMA S.R.L. perché a quanto pare attualmente il terreno e i manufatti vengono usati come deposito per gli attrezzi. La polizia municipale del comune guidato dal sindaco Felice Di Maiolo ha avviato accertamenti effettuando un sopralluogo e convocando per giovedì mattina il papà di Luigi Di Maio e una zia, Giovanna, che risiede a Reggio Emilia, per effettuare il «controllo edile presso la proprietà». Domani, scrive l’agenzia di stampa AGI, i vigili si presenteranno per effettuare di verifiche. Ai cancelli di via Umberto I civico 69 ci sarà proprio Antonio Di Maio, padre del vicepremier ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Dovrà aprire i cancelli perché la polizia locale, inviata dal sindaco Felice Di Maiolo, di Forza Italia, vuole tecnicamente “conoscere lo stato dei luoghi”, vedere cioè se i dati catastali sono conformi a quanto è riscontrabile nella proprietà.

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Se questi risultassero abusivi, tutta l’informativa passerebbe alla Procura di Nola che dovrebbe indagare per abusi edilizi. I vigili, racconta ancora l’AGI, erano stati al terreno di via Umberto a Mariglianella già lunedì mattina. Ma c’erano i lucchetti al cancello e non avevano il mandato per entrare in una proprietà privata. Così hanno notificato all’interessato l’invito per domani mattina alle 9. Nel rudere, composto da due particelle catastali, sono presenti tre manufatti. Uno in fondo all’appezzamento, con mura di tufo e chiuso da una porta. Un altro con finestre rotte e probabilmente in disuso. Un altro di colore grigio che ha una cancellata in ferro. Sono tutti con i tetti. In tutto il terreno ci sono materiali di risulta sparsi, oltre che attrezzature da muratura.

I presunti abusi edilizi nel terreno del padre di Luigi Di Maio

Nel 2000 Antonio Di Maio, padre del ministro, firma davanti un notaio l’acquisto di due terreni e un fabbricato nel Comune di Mariglianella. Ne acquista però solo il 50 per cento, sia dei terreni che del fabbricato. Al 18 novembre, Di Maio senior risulterebbe (dagli atti depositati in Conservatoria) ancora proprietario dei terreni. I due appezzamenti ricadono in un’area che il Piano regolatore generale del 1983 del Comune di Mariglianella (ancora vigente) destina alla realizzazione di attrezzature sportive ed edifici scolastici. Al momento del passaggio di proprietà non risulterebbero immobili realizzati sui due terreni.

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Qual è l’anomalia che emergerebbe dai documenti visionati da il Giornale? Nel database in possesso degli uffici dell’Agenzia del Territorio (ex catasto), Di Maio padre sarebbe titolare solamente delle due particelle di terreno: la n.1309 e n.811. Sia nei documenti in mano al notaio che in quelli depositati agli uffici dell’ex catasto non emergerebbero immobili o manufatti sui due terreni. L’immobile già esisteva al momento del passaggio di proprietà ma non è stato inserito nell’atto notarile? In questo caso la legge prevede l’annullamento dell’atto. E dunque l’azzeramento del passaggio di proprietà. L’immobile, in muratura, sarebbe stato costruito successivamente? Però, in questo caso non risulterebbe nel database dell’Agenzia del territorio. Se il padre del vicepremier avesse costruito dopo l’immobile avrebbe avuto l’obbligo di darne comunicazione all’Agenzia del Territorio.

Perché il Comune per l’applicazione dei tributi (Imu, tassa sui rifiuti) si aggancia ai dati registrati al catasto. La seconda presunta anomalia. Per costruire il manufatto, il genitore del ministro avrebbe avuto bisogno di un’autorizzazione edilizia. E pare che al Comune non risulterebbero licenze edilizie rilasciate negli ultimi anni su quella particella di terreno. E qualora fosse stata rilasciata una licenza, i paletti sarebbero stati molto ristretti: strutture scolastiche o edifici di interesse sportivo e collettivo.

Ma l’immobile non sarebbe né una scuola né una struttura sportiva ma dal rilievo fotografico sembrerebbe un deposito per attrezzi di lavoro. Attrezzi per un’attività edile. Potrebbe aver in tasca una pratica di condono in corso? Ma quale? La Campania non ha aderito all’ultimo condono mentre le altre sanatorie risalgono agli anni antecedenti al passaggio di proprietà dei terreni. E quindi, la richiesta di condono pendente andava inserita nell’atto notarile. Il padre del vicepremier potrebbe essere titolare di una licenza? Licenza che però al momento non risulterebbe nei documenti ufficiali in mano agli uffici del Comune.

Il Giornale sostiene di aver chiesto spiegazioni all’ufficio stampa di Di Maio, senza ricevere risposta.

Osservando l’area su Google Maps si nota la presenza di un fabbricato a due piani con il tetto apparentemente sfondato (che però dovrebbe trovarsi fuori fuori dalla particella più piccola); se fosse all’interno della particella sarebbe evidentemente preesistente. C’è poi una struttura in muratura posizionata a sud della particella n.1309 e altre strutture che sembrano dei capanni all’interno della particella n.811.

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