Di Maio e la fregnaccia dei lavoratori che scioperano per il weekend lungo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-25

L’ex ministro del Lavoro oggi se ne è uscito con la solita storiella dei lavoratori che scioperano “sempre di venerdì” per farsi un bel weekend lungo. Chissà se Di Maio andrà a dirlo anche agli operai della Whirlpool di Napoli che sciopereranno prima del ponte di Ognissanti perché hanno perso il lavoro (grazie a lui)

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Il MoVimento 5 Stelle, lo abbiamo scritto più volte, ha un serio problema con la democrazia. Lo ha dimostrato una volta di più, casomai fosse necessario, la sindaca di Roma Virginia Raggi che ha attaccato i sindacati dicendo che “tengono in ostaggio” la città e dichiarato che “la maggior parte dei cittadini è stanca di scioperi ingiustificati”.

Sopresa: il M5S è contro i diritti dei lavoratori

Ora fortunatamente per noi non è la Raggi a dover decidere del diritto di sciopero dei lavoratori. Ed anzi probabilmente a Roma lo sciopero generale non ci sarebbe stato se l’Amministrazione avesse risolto (leggi: lavorato) i problemi di Roma Metropolitane, AMA, ATAC o Roma Multiservizi. Cosa che in questi tre anni non è stata fatta, come ben sanno i romani che hanno già iniziato ad essere stufi, ma di Virginia Raggi. Diverso è invece il caso di Luigi Di Maio, che oggi fa il ministro degli Esteri ma che fino a due mesi fa era il ministro del Lavoro.

di maio sciopero generale venerdì - 2

Ospite ad un giorno da pecora Di Maio ha detto «è mai possibile che tutti gli scioperi si facciano di venerdì? La storia che alcuni sindacati fanno sempre sciopero il venerdì per fare il weekend lungo, mi sembra ormai una questione indecente, è un po’ sospetto». Il ministro ritiene di essere “insospettabile” perché «da ministro avevo proposto il salario minimo e il decreto dignità» ma in realtà quello che ha detto è abbastanza chiaro. È esattamente lo stesso discorso che fanno quei libtard che sono contro il diritto di sciopero (un diritto garantito dalla Costituzione) e pensano che scioperare sia come andare a fare il weekend a Cortina. Ed è la dimostrazione che nei 14 mesi trascorsi al Ministero del Lavoro Di Maio non sapeva che cosa stava facendo. Perché altrimenti saprebbe che a chi sciopera viene tolto un giorno di stipendio, e per chi guadagna un migliaio di euro al mese (non diecimila come Di Maio) anche un giorno può fare la differenza.

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Il caso Di Maio: l’ex ministro del Lavoro contro il diritto di sciopero

Certo, bisogna aver lavorato – e scioperato – per poterlo capire. Chissà cosa ne penseranno i lavoratori della Whirlpool, che sciopereranno giovedì 31 ottobre, proprio prima del ponte di Ognissanti. Chissà cosa dirà Di Maio, anche per loro dirà che lo fanno per fare qualche giorno di ferie in più? Immaginiamo di no, perché 420 di quei lavoratori da novembre un lavoro non ce l’avranno più. E se sono in quella situazione è proprio per merito del buon lavoro svolto da Di Maio. Ma a Di Maio i lavoratori evidentemente piacciono solo quando gli cantano «dai Di Maio non mollare, dai Di Maio non mollare» sotto al Ministero.

virginia raggi sindacati

 

E così mentre la sindaca di Roma insulta i sindacalisti l’ex ministro del Lavoro nonché Capo Politico del M5S insulta direttamente i lavoratori la cui unica colpa è di lottare per i propri diritti. Diritti che sono stati negati dalla mancanza di capacità dell’Amministrazione capitolina, che non ha saputo ascoltare le istanze e le rivendicazioni dei lavoratori. «Così non si crea un torto alla politica, ma ai cittadini che devono tornare al lavoro» dice Di Maio mentre cerca di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Non una parola sulla vertenza di Roma Multiservizi, con la Raggi che ha sospeso i pagamenti del Comune e l’azienda che ha tagliato gli stipendi del 30%. Senza dimenticare di quando l’ex assessora Paola Muraro aveva promesso che il Comune avrebbe assunto i dipendenti della società. No: per il M5S è meglio scaricare la colpa sui lavoratori e sui sindacati, non sia mai che anche i politici – la casta avrebbe detto qualcuno tempo fa – dovesse trovarsi ad assumere le proprie responsabilità. Ed a proposito di responsabilità ricordiamo a Di Maio che i lavoratori non scioperano per fare un giorno di vacanza, mentre lui al Ministero del Lavoro ha lasciato in sospeso 158 crisi aziendali perché era troppo impegnato a fare il vicepremier, il capo politico e il bisministro.

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