Il Giornale, il padre di Di Maio e l’immobile fantasma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-25

L’edificio sui terreni del padre del ministro gravato da ipoteca: debiti per 170mila euro

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Il Giornale torna all’attacco del padre di Di Maio per l’immobile fantasma raccontando che  nel settembre del 2010 Equitalia, l’ex ente di riscossione tributi, passato oggi sotto il controllo dell’Agenzia delle Entrate, ha iscritto un’ipoteca legale sulle due particelle di terreno (n.811 e 1309) nel Comune di Mariglianella, di proprietà di Di Maio senior: terreni su cui i rilievi satellitari hanno fotografato un immobile non censito dall’Agenzia del Territorio (ex Catasto). L’ipoteca è stata accesa per un debito pari a 176 mila e 724,59 euro: non è chiarita la natura dei tributi eventualmente non versati al Fisco.

Dunque, se i terreni di proprietà non sono stati ancora venduti all’asta, la procedura si ferma. Mal’atto ipotecario aggiunge un altro tassello al giallo sull’immobile fantasma: nel 2010, Equitalia ha messo l’ipoteca solo sui due terreni. Qualora fosse esistito un immobile, censito all’Agenzia del Territorio, l’ipoteca sarebbe stata accesa anche sul manufatto.

Si parte dunque,da questa certezza, l’assenza di un manufatto dichiarato nell’anno 2010, per provare a svelare il mistero. Ma soprattutto per dare una risposta agli interrogativi posti da il Giornale. Al momento del passaggio di proprietà (anno 2000) e nel giorno dell’iscrizione dell’ipoteca (settembre 2010) non risulterebbero immobili sui due terreni.

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Le domande che pone il Giornale sono semplici: nei documenti presenti nel database dell’ex catasto, Di Maio padre è titolare solo delle due particelle di terreno: la n.1309 e n.811. Ma visionando gli estratti satellitari salterebbe fuori l’immobile sulla particella 1309. La struttura non risulterebbe censita al catasto e nemmeno nell’elenco dei fabbricati intestati a Di Maio senior.

Quell’immobile è stato costruito sulla base di un’autorizzazione edilizia? C’è una pratica di condono in corso? Ma quale? Basterebbe l’esibizione di un documento per chiarire i tanti dubbi che stanno sorgendo. Ma il ministro del Lavoro Di Maio anche ieri ha optato per la strada del silenzio. Preferendo non rispondere ai quesiti posti dal Giornale.

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