Di Maio invitato alla Festa dell’Unità?

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-07-19

Carlo Bertini sulla Stampa di oggi ci racconta che qualcuno nel Partito Democratico si è messo in testa un’idea meravigliosa (come Cesare Ragazzi): vuole invitare il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio alla Festa dell’Unità. Non solo: l’idea surreale che un noto coraggiosone come Di Maio si presenti di fronte a una …

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Carlo Bertini sulla Stampa di oggi ci racconta che qualcuno nel Partito Democratico si è messo in testa un’idea meravigliosa (come Cesare Ragazzi): vuole invitare il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio alla Festa dell’Unità. Non solo: l’idea surreale che un noto coraggiosone come Di Maio si presenti di fronte a una platea ostile a prendersi eventuali fischi in favore di telecamere e telefonini viene condita da un’altra fantastica fantasia: Di Maio verrebbe invitato addirittura a dibattere con Teresa Bellanova, ex sottosegretario allo Sviluppo conosciuta come profilo piuttosto battagliero.

Ancora incerte, tra varie ipotesi sul tavolo, data e ora dell’arrivo a Ravenna: gli uffici del Nazareno stanno cercando di capire quando il vicepremier potrebbe dare una sua disponibilità a partecipare ad un dibattito alla Festa che aprirà i battenti il 24 agosto e chiuderà il 10 settembre. Con chi dovrebbe incrociare le sciabole il ministro del Lavoro e delle Attività produttive? Magari con un’esperta di queste materie, già al governo nel ruolo di viceministro negli stessi dicasteri.

Nel Pd qualcuno azzarda che il format potrebbe coinvolgere una frontwoman sanguigna come Teresa Bellanova, nominata in segreteria a fianco di Martina (non nel ruolo di vice come avevano chiesto i renziani). Ma non c’è niente di sicuro e di deciso.

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Il progettone andrebbe nella direzione di una possibile collaborazione tra PD e M5S:

In ogni caso, la disponibilità ad aprire le porte a un ospite così ingombrante parla da sola. E svela l’intenzione dei vertici Pd di aprire il recinto del partito per intrecciare un’interlocuzione con il numero uno del M5s. Senza che per questo vi sia un fine nascosto di imbastire chissà quale operazione di Palazzo: ovvero offrire la sponda Pd come partner di governo in caso Salvini voglia passare all’incasso dopo le Europee. «Un’opposizione all’altezza del suo ruolo deve aprire contraddizioni all’interno della maggioranza», ha risposto in proposito Maurizio Martina intervistato qualche giorno fa su questo giornale.

Sinceramente, non vediamo proprio l’ora di goderci questo spettacolo. Di fantascienza.

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