Di Maio: l’uomo che farà chiudere l’ILVA?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-03

Sui tavoli del ministero dello Sviluppo Economico il dossier più antipatico: quello dell’acciaieria e del mancato accordo tra MITTAL e sindacati

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C’è un dossier più urgente degli altri sul tavolo del governo Lega-M5S: il caos generato dal caso ILVA da risolvere il prima possibile. IL Fatto Quotidiano oggi racconta la situazione dopo la mancata firma dell’accordo con MITTAL e le decisioni più urgenti e necessarie da prendere per il neoministro Luigi Di Maio:

IL PRIMO OSTACOLO in ordine temporale, però, è anche il più pericoloso: Ilva. Nel contratto si parla di “concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale secondo i migliori standard mondiali”e di “un programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti”.

La situazione è questa: gli stabilimenti del gruppo che fu dei Riva dovrebbero passare in carico ad ArcelorMittal, che ha vinto la gara indetta dal ministero dello Sviluppo, entro fine giugno.

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Il problema, attualmente, è che non c’è l’accordo tra nuova proprietà e sindacati sugli stipendi (Mittal li vuole tagliare) e i livelli occupazionali (previsti 4mila esuberi).

Anche senza un’intesa, peraltro, dal 1° luglio Mittal potrebbe iniziare a gestire Ilva e procedere alle assunzioni con le modalità che crede, ma non è certo sia una buona idea: “Gli servirà l’esercito per entrare”, ha fatto sapere la Fiom ligure. I tempi sono stretti: l’ex ministro Carlo Calenda ha minacciato “l’esaurimento della liquidità di cassa di Ilva per il 30 giugno” e l’azienda al momento brucia 30 milioni al mese.

È un gran casino e, attorno al capo grillino, più d’uno s’è convinto che alla fine anche la proprietà stia seriamente pensando di lasciar perdere e far chiudere l’Ilva. A quel punto il superministro Di Maio avrebbe subito il suo brand: l’uomo che ha fatto chiudere Ilva.

Leggi sull’argomento: Mario Draghi e il governo Lega-M5S

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