Perché Di Maio vorrebbe l’espulsione di Cecconi e Martelli (ma rischia di infilarsi in un mare di guai)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-09

Secondo l’ADN Kronos Luigi Di Maio avrebbe un diavolo per capello a causa di Carlo Martelli e Andrea Cecconi, i due parlamentari del MoVimento 5 Stelle a rielezione sicura che avrebbero in qualche modo “barato” sui rendiconti. A quanto apprende l’Adnkronos il capo politico è per la linea durissima: espellere i due dal Movimento, senza …

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Secondo l’ADN Kronos Luigi Di Maio avrebbe un diavolo per capello a causa di Carlo Martelli e Andrea Cecconi, i due parlamentari del MoVimento 5 Stelle a rielezione sicura che avrebbero in qualche modo “barato” sui rendiconti. A quanto apprende l’Adnkronos il capo politico è per la linea durissima: espellere i due dal Movimento, senza se e senza ma. Di Maio, riferiscono fonti qualificate, avrebbe pertanto chiesto ai probiviri chiamati ad esprimersi sul caso di calare il cartellino rosso. In queste ore il collegio dei probiviri – composto da Riccardo Fraccaro, Paola Carinelli, Nunzia Catalfo – sta infatti valutando il da farsi, indeciso se procedere con l’espulsione o la sospensione. Da un lato  c’è la volontà di optare per l’espulsione perché il senatore con i sandali da francescano e il deputato ex presidente del gruppo di Montecitorio hanno dichiarato il falso e integrato l’incongruenza solo una volta scoperti. Dall’altra, però, tra i probiviri c’è chi si interroga sulla sospensione, ragionando sul fatto che i due hanno restituito l’ammanco immediatamente, rinunciando all’elezione. Ma Di Maio, come capo politico, avrebbe chiesto di procedere con l’espulsione: Martelli e il superfedelissimo Cecconi, per lui, devono esser fatti fuori dal M5S.

andrea cecconi carlo martelli rendiconto rinuncia elezione - 3

C’è però un problema grande come una casa che potrebbe mettere in difficoltà Di Maio e il suo repulisti. L’avvocato Lorenzo Borré, che ha guidato e vinto molti ricorsi in tribunale contro il M5S, fa notare che i fatti di cui sono accusati Baroni e Cecconi riguardano avvenimenti accaduti quando c’era la prima associazione, quella del 2009, e non quella del 2017: «Non si capisce quindi quale dei due collegi dei probiviri e di quale associazione dovrebbe irrogare le sanzioni. Quello della nuova associazione non può irrogare sanzioni per fatti commessi prima della sua costituzioni e prima che Cecconi e Martelli fossero associati». Il rischio quindi è che ogni eventuale sanzione comminata dai probiviri venga successivamente annullata dal tribunale, con tutte le spese di giudizio a carico di chi l’ha irrogata. Questo, sommato al fatto che il documento con le dimissioni che i due dicono di aver firmato non vale nulla, dovrebbe far capire a tutti che la situazione è disperata, ma non seria.

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