La condanna del M5S: dieci anni con Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-27

Luigi Di Maio non ha alcuna intenzione di mollare l’osso del MoVimento 5 Stelle e anzi raddoppia: anche se la regola dei dieci anni non è mai citata nelle carte che determinano le regole del M5S, lui approva il lodo Di Battista

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«Il mandato del capo politico dura 5 anni, ne ho ancora 4 davanti». E poi, la leadership è contendibile: «Tra quattro anni si discuterà il capo politico». Ma ancora: «Il mandato di capo politico può essere rinnovato una seconda volta, per un totale di dieci anni». Luigi Di Maio non ha alcuna intenzione di mollare l’osso del MoVimento 5 Stelle e anzi raddoppia: anche se la regola dei dieci anni non è mai citata nelle carte che determinano le regole del M5S, lui approva il lodo Di Battista (il quale tempo fa disse che aveva sempre interpretato la regola dei due mandati come dieci anni in politica). Racconta oggi Federico Capurso su La Stampa:

Intanto, ad ascoltare i grillini che condividono con lui gioie e dolori di un Movimento stressato dalle sconfitte regionali, il leader sta pensando di disinnescare ogni possibile critica in grado di investirlo, coinvolgendo parlamentari più in linea con le posizioni di Roberto Fico nella nuova struttura di partito, a partire dal direttorio segreteria di dieci membri.

In questo senso, sta cercando, per quanto può, di addossare ogni responsabilità delle sconfitte elettorali, alle realtà lacerate del M5S locale. Ma sa bene che il calvario può essere logorante. In testa ha una data: 26 maggio. E non solo perché si vota per l’Europa. Quel giorno andranno in scena anche le elezioni in Piemonte. Una delle principali Regioni d’Italia, un banco di prova in quel Nord sempre più ostico per i 5 Stelle, dove gran parte della campagna si giocherà sulla Tav. «Salvini vuole trascinare il dibattito fino al voto perché sa che la nostra posizione, contro l’Alta velocità, non paga. E i voti vanno a lui o al Pd». Non solo.

E poi c’è la questione della Tav:

Ai suoi collaboratori Di Maio confida spesso quanto per lui sia cruciale condividere le scelte, anche per essere libero di dire: «Ho fatto quello che volevate voi». L’esempio che torna più spesso nei suoi ragionamenti è sempre quello della Tav. In tutti questi mesi ha capito che la storica identità No Tav del M5S pesa in termini di consensi: «Io porto avanti questa posizione, ma tutti dobbiamo essere consapevoli che significa perdere i voti del Nord». Lo ha detto anche a Beppe Grillo, ma il comico su questa battaglia non vuole cedimenti

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