Economia
Il gioco delle tre carte di Di Maio sul bonus baby sitter
Giovanni Drogo 04/04/2019
Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali sostiene a Mattino Cinque che la legge di bilancio (la famosa Manovra del Popolo) ha triplicato il contributo baby sitting. Ma il sito dell’INPS lo smentisce: il bonus è stato abrogato e pertanto non da gennaio 2019 non è più possibile farne richiesta
Oggi a Mattino Cinque il bisministro e vicepremier Luigi Di Maio ha detto che vorrebbe tanto avere dei bambini, ma non sa quando «perché questo è un periodo della vita molto impegnato».Di Maio non è certo l’unico a fare una vita “impegnativa”. Sono molte le famiglie con figli dove entrambi i genitori lavorano e quindi la madre non può stare a casa con il bambino. Chi non ha i nonni a disposizione in genere si affida alla baby sitter. Ma il governo del Cambiamento, nella sua infinita sapienza e saggezza, ha deciso di togliere il bonus babysitter.
La Manovra del Popolo ha abrogato il contributo baby sitting
Secondo Di Maio però è una fake news. Come Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Di Maio “ho sotto controllo questa situazione” e per questo a Mattino Cinque dichiara: «smentisco questa notizia perché il bonus per il baby sitting, perché di questo stiamo parlando, è passato con l’ultima legge di bilancio da 500 fino a 1.500 euro». Eppure è sufficiente andare sul sito dell’INPS per leggere che «il contributo baby sitting o asilo nido non è stato prorogato per l’anno 2019, pertanto a far data dal 1° gennaio 2019 non è più possibile presentare domanda per accedere a tale contributo». Questo significa che l’ultima legge di Bilancio – un tempo chiamata Manovra del Popolo – non ha prorogato il bonus baby sitter (che per la precisione era di un massimo di 600 euro mensili e non 500).
Non essendo stata prorogata la norma che consentiva di scambiare il congedo parentale con il contributo baby sitting durante il 2019 verranno erogati solo i fondi per le domande che sono pervenute al sito dell’INPS entro il 31 dicembre 2018. Quindi chi ha presentato domanda per tempo potrà usufruire del “bonus baby sitter” fino alla fine del 2019 ma non per merito delle decisioni dell’attuale governo. Ancora più stretti invece i termini per usufruire dei contributi per l’asilo nido, che scadono a luglio 2019. Di Maio invece oggi a Mattino Cinque ha detto che quei bonus «sono confermati» ribadendo che chi fa figli nel ceto medio deve avere gli stessi aiuti previsti negli altri paesi europei. Allora perché il governo del Popolo non ha prorogato il bonus baby sitter? Di Maio non è nemmeno così bravo a mentire visto che durante l’intervista afferma che «nei prossimi due mesi approveremo un provvedimento che prevede che le coppie avranno 50% di sconto sui pannolini, 50% di sconto sul nido e aiuti su baby sitter».
Di Maio confonde il bonus baby sitter con quello per l’asilo nido
Che senso ha quindi dire che la legge di bilancio ha triplicato l’importo mensile del contributo baby sitting e poi dire che gli aiuti verranno approvati nei prossimi due mesi? Di Maio evidentemente dal suo privilegiato osservatorio di ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha le idee un po’ confuse. Sulla questione del bonus baby sitter è intervenuta la capogruppo PD alla Camera Elena Carnevali che fa chiarezza sulle “smentite” del vicepremier: «Di Maio è capace di smentire anche l’ovvietà. Oltre a non conoscere nemmeno cosa hanno approvato nella legge di bilancio, ha anche la faccia tosta di mentire. Il bonus baby sitter introdotto per il triennio 2013-2015, sperimentale fino al 2018, semplicemente non c’è più, perché il governo M5s-Lega ha deciso di non prorogarlo».
Di cosa stava parlando Di Maio questa mattina su Canale 5? Secondo l’onorevole Carnevali: «il vicepresidente del consiglio forse si confonde con il bonus asilo nido che, ricordo, fu inizialmente anche questo non più rifinanziato, per poi reinserirlo elevando l’importo a 1.500 euro, ma mantenendo per il 2019 lo stesso stanziamento e, quindi, riducendo la platea dei potenziali beneficiari».
Leggi sull’argomento: Piaggio Aerospace: così il governo butta per strada mille operai