Come Di Maio ha “risolto” la crisi dei lavoratori della Blutec di Termini Imerese

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-02-08

Poche parole ma mirate contro i prenditori che pensano di poter fare quello che vogliono e la promessa che il governo si sarebbe fatto rispettare. Così il ministro ad ottobre. Oggi però gli operai sono ancora in attesa di risposte. E nel frattempo al MISE è stato aperto un tavolo tecnico per i lavoratori della Blutec di Atessa (Chieti), ai quali Di Maio ha fatto altre promesse elettorali

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«BASTA PRENDITORI! Sono a Termini Imerese con gli operai della Blutec, un’azienda in difficoltà a causa di una proprietà che ha abbandonato 800 operai dopo aver preso finanziamenti statali. È giusto che sappiano che, adesso, lo Stato è dalla loro parte». Così Luigi Di Maio il 26 ottobre 2018 lanciava un collegamento in diretta su Facebook assieme ai lavoratori della Blutec durante il quale avrebbe annunciato che «non possiamo più cedere al ricatto occupazionale di chi viene qui a dire “tu mi dai i sodi altrimenti licenzio” e poi allo stesso tempo prendi i soldi e non fai lavorare le persone. Questo è solo un modo per sfruttare le sofferenze della gente». Parole di speranza per i mille lavoratori (700 Blutec e 300 dell’indotto) dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese.

E così Di Maio ha dimenticato gli operai della Blutec

Ma come è già successo in altre occasioni Di Maio ha dimenticato quelle promesse e ieri gli operai, alla soglia dell’esasperazione, hanno occupato la sede del Comune di Termini Imerese. Due giorni fa i segretari di Fim Fiom e Uilm, Ludovico Guercio, Roberto Mastrosimone e Vincenzo Comella hanno appreso che nonostante le numerose rassicurazioni e promesse del bisministro del lavoro e dello Sviluppo Economico «ci sarebbero delle perplessità da parte degli uffici preposti del ministero alla firma del decreto per il rinnovo della cassa integrazione per i lavoratori di Blutec e dell’indotto a Termini Imerese nonostante sia stato firmato l’accordo a gennaio per la proroga».

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Oggi gli operai sono in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento, sotto accusa la mancata attuazione del piano industriale e soprattutto il silenzio del MISE. I sindacati chiedono un incontro proprio con Di Maio: «Non si può più attendere, serve subito la risposta sull’approvazione della cassa integrazione, il cui accordo è stato siglato il 7 gennaio scorso. Il Ministro Di Maio in visita allo stabilimento lo scorso ottobre aveva dato garanzie sulla continuità delle tutele per i lavoratori e sul futuro della vertenza, chiediamo di dimostrare concretamente questo impegno».

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Ad ottobre Di Maio faceva il duro, come al solito, chiamando in causa FCA ed invitando la Blutec ad assumersi le sue responsabilità, oggi è semplicemente scomparso. E i sindacati dall’aula consigliare del Comune chiedono di essere convocati al Ministero per poter dare risposte ai lavoratori.

Leggi sull’argomento: La figura da cioccolataio di Di Maio che dà la colpa “ai governi precedenti” per Pernigotti

Quando Di Maio prometteva che il governo si sarebbe fatto rispettare

Il coinvolgimento di FCA non c’è stato e il governo si è eclissato. Ieri alcuni parlamentari del M5S hanno preso le difese del vicepremier e Capo Politico accusando la Blutec, i sindacati, i politici precedenti «Da parte del governo nazionale c’è il massimo impegno nel trovare la soluzione per i lavoratori di Termini Imerese che meritano la priorità», hanno dichiarato le senatrici pentastellate Antonella Campagna e Loredana Russo e il consigliere dell’ARS Luigi Sunseri.

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Così come il post di Di Maio sulla Pernigotti anche il comunicato dei pentastellati siciliani punta il dito contro le “speculazioni politiche” di chi ha deciso di “far politica sulla pelle dei cittadini”. Peccato che quei cittadini siano proprio quegli operai che hanno occupato il Comune o che oggi sono in sit-in davanti ai cancelli dell’azienda. Oppure persone come l’operaio Blutec che ha scritto su Facebook al ministro del Lavoro per chiedere di fare presto, di rispettare gli impegni perché “non sappiamo più come andare avanti, altro che arrivare a fine mese”.

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Quando Di Maio era andato a Termini Imerese aveva dato la misura del Cambiamento, facendo capire quanto le cose fossero distanti con chi c’era prima: «Questi sono lavoratori che sono stati presi in giro tante volte dai governi. E quando poi i governi non sono stati capaci di farsi rispettare, facendosi prendere in giro dalla proprietà, loro sono rimasti nel tritacarne tra l’incudine e il martello. Sono venuto qui per dire a queste persone che gli staremo sempre vicini. Ora o la Blutec rispetta gli impegni oppure lo Stato si farà rispettare». Però le cose non sono andare così, tant’è che i portavoce del M5S ora chiedono che “Blutec provveda al pagamento dei 2,5 milioni di euro” e che rispetti ” i vincoli che le sono stati concessi dal Governo”.

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Sarebbe però davvero ingeneroso dire che Di Maio ha completamente dimenticato gli operai della Blutec. Perché il MISE ha convocato il 24 gennaio un tavolo tecnico  per affrontare la questione della Blutec, solo che è quella di Atessa (Chieti) e non quella di Termini Imerese. Di Maio non c’era ma la notizia è stata data in anteprima il 18 gennaio dalla candidata presidente alla Regione Abruzzo Sara Marcozzi. Il motivo è che in Abruzzo si va a votare e quindi Di Maio ha fatto l’ennesima promessa agli operai. Ma ovviamente sono solo i governi precedenti che speculano sulla pelle degli operai solo per prendere qualche voto.

Foto copertina via Facebook.com

 

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