Luigi Di Maio a Piazza Pulita: storia di un ministro “distratto”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-24

Di Maio ieri a Piazza Pulita ha cercato di spiegare che il governo è pronto per la Fase 2, ma il vicepremier si è per caso accorto che la Fase 1 non è che sia stata questo grande successo per il Paese?

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Sono decisamente tramontati i tempi in cui il MoVimento 5 Stelle non voleva andare in televisione. Soprattutto durante la campagna elettorale il M5S scopre che i giornalisti fanno anche cose buone. Altrimenti non si spiega lo spettacolo dei ministri migranti che come i Re Magi si muovono di trasmissione in trasmissione per raccontarci i successi di questo primo anno di governo. E non si spiega nemmeno perché Luigi Di Maio che era da Floris martedì dopo due giorni era da Formigli a PiazzaPulita.

Il M5S e la scoperta che la Lega è un partito estremista

Da qualche tempo il il bisministro, vicepremier e Capo Politico del M5S si è accorto che la Lega è cambiata. Non è più quella con cui ha firmato il famoso contratto di Governo e si sta spostando «sempre più su posizioni estreme». Di Maio non dice “più a destra” perché per lui destra e sinistra sono ormai concetti superati. Eppure se avesse guardato bene e se si fosse levato i paraocchi del postideologico si sarebbe accorto che da almeno cinque anni la Lega di Salvini si sta spostando più a destra di quanto non sia mai stata. Ad esempio come poteva pensare che il partito che fino a qualche tempo fa chiedeva l’indipendenza della Padania e che ha fatto un referendum per ottenere l’autonomia su tutte le 23 materie elencate nella Costituzione potesse chiedere qualcosa di diverso dalla massima autonomia possibile?

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Diamo atto a Di Maio che quando ha deciso di allearsi con la Lega abbia fatto finta di non sapere che il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana fosse uno che chiamasse “schifezze” le famiglie omossessuali. Oppure di aver ignorato il fatto che un sottosegretario come Armando Siri – il teorico della Flat Tax – avesse patteggiato una pena per bancarotta fraudolenta. Ma anche sul caso Diciotti e la decisione di concedere l’immunità a Salvini evitandogli un processo per sequestro di persona aggravato Di Maio dice che quella di vietare lo sbarco era stata una “decisione del governo”-  senza però tirare fuori un atto formale che lo dimostri – e che in ogni caso a decidere erano stati gli iscritti.

Di Maio e il governo che non t’aspetti

Di Maio però non vuole parlare di queste cose, dice che i litigi con la Lega non cambiano la tenuta dell’esecutivo. Perché quello che conta è lavorare, sbloccare il Paese. Però se andiamo a guardare la “produzione” legislativa del governo del Cambiamento – Openpolis e AGI pubblicano ogni mese un resoconto sull’attività dell’esecutivo – il Consiglio dei Ministri non sta lavorando. Che sia bloccato dai battibecchi o dalle elezioni europee poco importa. Quello che conta è che non sta lavorando. E i risultati si vedono: ad esempio con l’aumento dello spread. Ma senza tirare fuori il differenziale Btp/Bund basta guardare a quello che sta succedendo al Reddito di Cittadinanza.

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Perché lo spread non scende, chiede Formigli, «perché il nostro è un governo inatteso, nessuno se lo aspettava». È questa la Fase 2 dell’esecutivo? Per un anno è stata colpa di quelli di prima, il secondo anno è colpa di quelli che si sono fatti “sorprendere” dall’avvento del governo giallo-verde? Non sembra una strategia vincente. Quando è che il governo la smetterà con le “stronzate” e tornerà a lavorare per gli italiani?

Le distrazioni di Luigi Di Maio

Ma in che cosa è differente Di Maio dalla Lega? Prendiamo ad esempio il tema dell’immigrazione. Non solo il governo è compatto (come è stato spiegato per il caso Diciotti) ma per Di Maio nemmeno la direttiva del Viminale che dice che le Ong sono “non inoffensive” rappresenta un problema. Perché tanto poi quelle persone «sono sbarcate lo stesso». Il vicepremier però finge di non sapere che a farle sbarcare è stata la Procura, non il suo governo.

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Di Maio dimentica tante cose, ad esempio di quando definì le Ong “taxi del mare”, ieri ha detto che «quando ho usato quella definizione è perché noi sappiamo che ci sono tutt’oggi che ci sono contatti tra Ong e gli scafisti». Ma in realtà ad oggi tutte le inchieste aperte dal Pm di Catania Zuccaro sui presunti rapporti tra Ong e scafisti sono state archiviate. E ad oggi non è ancora stata emessa una sentenza che dimostri l’esistenza di contatti che sono quindi presunti. «I migranti devono sbarcare in Europa, non Italia», dice Di Maio. Che è esattamente la stessa linea di Salvini, ma allora dove sono le differenze?

Altra “vista” di Di Maio è quella secondo cui lui non aveva mai chiesto le dimissioni dell’ex presidente dell’Inps Boeri che “lavorava per l’opposizione”. Come ha fatto notare Luciano Cappone su Twitter in realtà Di Maio ha chiesto proprio le dimissioni di Boeri.

Così come non è vero che non ha mai detto che per esprimere un’opinione ci si deve candidare. Perché proprio su Twtter a ottobre del 2018 Di Maio scriveva «Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni». Ma anche sul Reddito di Cittadinanza Di Maio sembra distratto. Perché non solo la legge è stata fatta ad inizio gennaio (perché si voleva usare il RdC per la campagna elettorale) tagliando fuori tutti i potenziali beneficiari che nel 2018 avevano un reddito zero. E i centri per l’impiego? Perché non funzionano? Di Maio si scusa che «in dieci mesi non poteva sistemare i centri per l’impiego». Però forse si potevano sistemare prima i centri per l’impiego e poi dopo la riforma far partire il RdC. Certo, facendo così però non c’era il RdC per le europee.

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