Le condizioni di Alessandro Di Battista per valutare un ritorno nel Movimento 5 Stelle

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-24

Alessandro Di Battista, fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle dopo il voto di fiducia al governo Draghi, valuta un riavvicinamento in caso Giuseppe Conte abbandoni la maggioranza il prima possibile

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Quando Luigi Di Maio aveva annunciato in conferenza stampa la sua fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista non l’aveva presa benissimo: in un post su Facebook poco dopo la scissione era arrivato a definire la vicenda un “ignobile tradimento” fatto “per portare a casa comode poltrone”. Ora l’ex grillino, fuoriuscito quando il partito votò la fiducia al governo Draghi entrando in maggioranza con forze da sempre osteggiate come in particolare Forza Italia, apre uno spiraglio a un suo ritorno al fianco di Giuseppe Conte.

Le condizioni di Alessandro Di Battista per valutare un ritorno nel Movimento 5 Stelle

“Potrei riavvicinarmi – ha spiegato in un’intervista a Tpi – ma ad una condizione, che è l’unica accettabile per i tanti delusi, me per primo, di queste ore: uscissero dal governo e facessero opposizione”. Di Battista è da tempo un sostenitore della fuoriuscita del Movimento dalla maggioranza che sostiene Draghi. “Ma come diavolo fate a stare ancora lì dentro? Uscite da quell’ignobile accozzaglia. Già non contavate nulla prima figuriamoci adesso. Ma è così difficile da capire?”, scriveva appena due giorni fa. Con il partito in caduta libera in termini di consensi la domanda sul futuro, che non pare florido, è più che lecita. Quesito al quale l’ex pentastellato risponde: “Non so se il Movimento sia finito. Potrebbe avere una possibilità se saprà fare delle scelte scomode, difficili e radicali, come quelle controcorrente su cui nacque”.

“Mi siederei al tavolo con Conte se uscisse dal governo prima dell’estate”

La sua condizione per valutare un rientro nei ranghi è semplice: “Lo strappo andrebbe fatto subito, ora, prima dell’estate. Non può essere una svolta dell’ultima ora, magari poco prima del voto. Mi siederei al tavolo con Conte se uscisse dal governo prima dell’estate. Anche se sedersi non significa rientrare”. Senza mai nominarlo, sulla questione interviene anche la ministra per le Politiche giovanili, la pentastellata Fabiana Dadone: “So che è più facile far saltare il banco ad agosto, non sarebbe neanche una novità, ma non abbiamo mai cercato soluzioni semplici a problemi complessi. Non esistono. Le sirene degli uomini della provvidenza che ci vogliono fuori dal governo dovrebbero restare in vacanza”.

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