Di Battista-Paragone, l’asse contro Di Maio

di Mario Neri

Pubblicato il 2019-06-05

Gianluigi Bombatomica Paragone e Alessandro Di Battista costituiscono un asse nel MoVimento 5 Stelle contro Luigi Di Maio. Lo racconta oggi Federico Capurso su La Stampa, spiegando che i grillini cominciano a temere per la tenuta del governo al Senato: In un partito come il Movimento, anche i punti di vista diversi, però, vengono spesso …

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Gianluigi Bombatomica Paragone e Alessandro Di Battista costituiscono un asse nel MoVimento 5 Stelle contro Luigi Di Maio. Lo racconta oggi Federico Capurso su La Stampa, spiegando che i grillini cominciano a temere per la tenuta del governo al Senato:

In un partito come il Movimento, anche i punti di vista diversi, però, vengono spesso considerati pericolosi. E al Senato i «cani sciolti» – così li chiamano i collaboratori di Di Maio – sono otto. Abbastanza per far cadere il governo. Ci sono Elena Fattori e Paola Nugnes, ormai ai margini del gruppo, e poi lo stesso Mantero, Virginia La Mura e Lello Ciampolillo, considerati invece poco affidabili. Sono stati annotati come troppo indipendenti, infine, Primo Di Nicola, Nicola Morra e Gianluigi Paragone. Tra questi, è Paragone a fare più paura.

Insomma, nel M5S sono talmente terrorizzati da aver paura di questo tizio qui:

gianluigi paragone

E già farebbe ridere così. Se non fosse che c’è di più. Ovvero che lui e Di Battista vengono considerati gli unici in grado di dare vita a una rivolta interna contro Di Maio.

L’asse con Dibba – secondo quanto sostengono i “mandarini” del leader – è stato già stretto. L’immagine dei due che vanno via insieme in motorino, dopo il vertice dello stato maggiore M5S indetto per analizzare la catastrofe delle Europee, è il simbolo di questa nuova fronda.

Una corrente ancora in costruzione, ma che avrebbe già radunato i favori di numerosi parlamentari, anche tra quelli che prima non si riconoscevano nel Movimento troppo “di sinistra” voluto da Fico:

Non è sfuggito il lavorio di Paragone per contestare Di Maio durante le assemblee interne e a mezzo stampa. Così come quello più nascosto, per accrescere la propria visibilità: «Abbiamo notato quanto ha investito per sponsorizzare le sue pagine sui social network negli ultimi due mesi», fanno notare dai piani alti del Movimento. Ed è per questo che le apparizioni di Paragone in tv sarebbero state limitate.

Insomma, Paragone si permette di spendere per le sponsorizzazioni su Facebook. Fa di certo tutto parte di un piano diabolico per sprecare soldi pubblici a fare quello che fa anche l’ufficio comunicazione di Di Maio e del M5S. Chissà cosa c’è dietro.

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