Decessi non legati al vaccino: tutte le autopsie che escludono una correlazione con Astrazeneca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-17

Mentre si aspetta il verdetto ufficiale di EMA sul vaccino Astrazeneca inizia a emergere un dato che dovrebbe riportare alla razionalità chi è entrato nel panico. Le autopsie effettuate fino ad ora sulle persone decedute dopo il vaccino non hanno fatto emergere alcun legame tra morte e vaccinazione

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Mentre si aspetta il verdetto ufficiale di EMA sul vaccino Astrazeneca dopo la sospensione temporanea che hanno adottato molti paesi europei, tra cui l’Italia, inizia a emergere un dato che dovrebbe riportare alla razionalità chi è entrato nel panico. Le autopsie effettuate fino ad ora sulle persone decedute dopo il vaccino non hanno fatto emergere alcun legame. L’ultimo caso è quello del professore di Biella.

Decessi non legati al vaccino: tutte le autopsie che escludono una correlazione con Astrazeneca

Il primo caso in cui l’autopsia ha evidenziato che non c’è un legame tra decesso e vaccino è anche quello che almeno all’inizio, aveva destato più scalpore. Quello di Annamaria Mantile, l’insegnante di Napoli che si era vaccinata e poi era morta pochi giorni dopo accusando nausea, vomito e dolori addominali. Gli esami hanno parlato chiaro: la profè  morta per infarto intestinale: l’esame autoptico effettuato dal direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina legale dell’azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli Pietro Tarsitano, dall’anatomo e istopatologo Antonio Perna, dal rianimatore e cardiologo Francesco Diurno e dall’infettivologo dell’Azienda ospedaliera dei Colli Giuseppe Morelli, ha rivelato uno shock emorragico e arresto cardiocircolatorio conseguente una “ernia strozzata”. Quello che, per utilizzare termini meno tecnici a livello medico, viene definito un infarto instestinale. Nessuna correlazione, dunque, con la prima dose di vaccino Astrazeneca alla quale si era sottoposta la donna quattro giorni prima del suo decesso.

annamaria mantile professoressa morta dopo vaccino napoli

Anche per Vincenzo Russo, , il collaboratore scolastico di 58 anni morto nell’ospedale Villa dei Fiori di Acerra il 10 marzo scorso, due giorni dopo la somministrazione della prima dose del vaccino AstraZeneca presso l’ospedale civile di Giugliano, l’autopsia non ha rilevato evidenze tra la morte e la vaccinazione, spiega il Mattino:

Sulla base delle prime risultanze dell’esame autoptico, i medici legali del Secondo Policlinico di Napoli non hanno scoperto evidenze tra la somministrazione del vaccino e la morte del bidello dell’istituto Viviani, originario della vicina Afragola. A ogni modo l’indagine continua sotto la supervisione dei magistrati della procura di Nola. I medici hanno infatti disposto la prosecuzione di una serie di esami, a partire da quello istologico

E l’ultimo caso è quello che vi abbiamo raccontato ieri. Anche per Sandro Tognatti l’autopsia rileva che con ogni probabilità si è trattato di una morte cardiaca improvvisa. Il vaccino non c’entra niente: gli esami sul corpo dell’insegnante di musica morto 17 ore dopo la somministrazione di una dose del vaccino Astrazeneca non hanno neanche evidenziato trombi. Certamente dovranno seguire gli esami istologici, come per gli altri casi, ma al momento si tratterebbe di ribaltare il parere dei medici, e non di confermarlo.

Sandro Tognatti

Ci sono comunque ancora dei casi che non sono stati chiariti: ci vogliono altri giorni per avere il risultato degli esami, come spiega il Messaggero. Uno di questi è quello relativo al decesso di Stefano Paternò, il sottoufficiale siciliano morto pochi giorni fa: secondo il legale che segue la famiglia si doranno «attendere una ventina di giorni» prima di avere maggiori chiarezze sulle cause del decesso:

Nel frattempo in Sicilia, la procura di Gela ha aperto un fascicolo sul caso di un’insegnante di 37 anni colpita da trombosi ed emorragia al cervello e di cui è stata dichiarata la morte cerebrale. La procura ha sequestrato le cartelle cliniche e la documentazione inerente il vaccino. Undici giorni prima, infatti, la donna aveva ricevuto la prima dose di AstraZeneca. «La paziente – come hanno spiegato i sanitari – a quanto sembra non aveva malattie pregresse».  Infine la Procura di Messina, che indaga sulla morte di Davide Villa, il poliziotto deceduto il 7 marzo, 12 giorni dopo la dose del vaccino AstraZeneca, ha disposto una nuova consulenza, anche per capire che terapie sono state somministrate al paziente dopo l’insorgere della trombosi.

Di pochi casi ormai pochissimi rimangono da accertare. Perché non avere fiducia nei vaccini che invece CERTAMENTE salvano vite?

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