L’arcobaleno di Borghi

di Fabio Scacciavillani

Pubblicato il 2018-08-16

La strategia dei vari Salvini, Savona, Borghi, Bagnai e di tutta la band noeuro, in soldoni (di conio minkiolirista) sembra puntare ad un duplice obiettivo: tanto per cominciare costringere i tedeschi a pagare il debito italiano accumulato dagli anni ’70. Poi, come se non bastasse, costringerli a firmare un gigantesco assegno in bianco così da …

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La strategia dei vari Salvini, Savona, Borghi, Bagnai e di tutta la band noeuro, in soldoni (di conio minkiolirista) sembra puntare ad un duplice obiettivo: tanto per cominciare costringere i tedeschi a pagare il debito italiano accumulato dagli anni ’70. Poi, come se non bastasse, costringerli a firmare un gigantesco assegno in bianco così da aggiungere un altro carico di debiti futuri per saziare gli appetiti delle clientele in vari modi: pensioni alla Checco Zalone, redditi di cittadinanza alla svedese e piani infrastrutturali alla cinese. Senza tralasciare qualche furbizia alla napoletana.
Per poter solo ipotizzare che la Merkel si pieghi a tale ricatto occorre un coefficiente di idiozia che svetta oltre la stratosfera. Ma sarebbe il meno. Ipotizziamo che la Merkel e tutto il suo governo in un momento di follia collettiva (indotto da una scia chimica pescarese) concedessero al governo italiano un tale colossale regalo (che peraltro dovrebbe necessariamente estendersi anche al resto della zavorra di parassitismo latino-levantino inglobata dell’eurozona).

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La sopravvivenza politica della Merkel potrebbe essere stimata in 12 nanosecondi, il tempo che occorrerebbe ad Alternative für Deutschland e alla CSU per far cadere il governo e successivamente ottenere la maggioranza alle elezioni. L’accordo verrebbe archiviato nel faldone di barzellette insieme alle lauree in Albania e ai complotti contro il governo Berlusconi nel 2011.
Contrariamente all’elettorato italiano, ai Tedeschi non difetta la memoria. Confrontando l’estate del 2011 con quella del 2018 non faranno fatica a rendersi conto che esiste una costante che spinge lo spread verso livelli da bancarotta: la presenza nel governo della Lega una masnada che persegue, ora come allora, lo sfascio dei conti pubblici e la distruzione della moneta comune, agitando davanti ai citrulli il drappo rosso della congiura internazionale.

Anzi, per far risaltare in tutta la sua aura oligofrenica la loro preclara capacità di governo, gli esponenti sovranoidi si sono messi ad annunciare per i prossimi giorni una fantomatica speculazione contro l’Italia, nel deliberato tentativo di suscitare panico e provocarla ad arte. Salvo poi chiedere alla Banca Centrale Europea di intervenire per calmare i mercati che loro stessi hanno fatto imbufalire E per colmo di ridicolo, mentre lo spread schizza oltre i 300 punti apprendiamo che Conte, con il suo ciuffo serafico, convoca un vertice di governo per fronteggiare l’emergenza con quelli che fino a un minuto prima l’hanno provocata. Quindi si presume che dopo questo utilissimo consesso tutti i ministri si saranno precipitati nell’Agro Romano a cercare i buoi scappati dalla stalla di Palazzo Chigi.

Però niente paura. C’è il massimo esperto di opere d’arte moderna tra la Brianza e Vladivostok, Click Burgher, al secolo Little Eagle, il quale attraverso i social informa il popolo di Pontida che lui è sereno “come un arcobaleno”. E noi, convinti che tiri più un pelo di spread che 20 milioni di voti pseudo-sovranisti, per una volta siamo d’accordo. Di sicuro gli arcobaleni hanno durata effimera.

 

*** Fabio Scacciavillani dopo aver conseguito il Ph.D. in Economia all’Università di Chicago (dove è stato assistente del Premio Nobel Merton Miller), ha lavorato al Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Centrale Europea (nel periodo pioneristico dell’unione monetaria), a Goldman Sachs, al Centro Finanziario Internazionale di Dubai e in Confindustria. Attualmente è il Capo della Strategia del fondo sovrano dell’Oman che gestisce i proventi delle esportazioni petrolifere del Sultanato. Nelle pubblicazioni e nell’attività professionale si è concentrato su tassi di cambio, politica monetaria, riforme strutturali e mercati finanziari. E’ ospite fisso su Bloomberg TV ed editorialista del Fatto Quotidiano. Ha scritto “Tremonti: Il Timoniere del Titanic” con Giampiero Castellotti e “The New Economics of Sovereign Wealtyh Funds” con Massimiliano Castelli.

Leggi sull’argomento: Debito pubblico, i dilettanti allo sbaraglio ne “La Corrida” di Via XX settembre

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