I dazi di Trump

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-01

Scattano le tariffe Usa su acciaio e alluminio. Impatto più forte per la Germania. L’Italia potrebbe reggere l’impatto. Ma c’è il rischio escalation

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Il governo che vuole togliere le sanzioni alla Russia si trova ad affrontare il primo problema internazionale: i dazi di Donald Trump. A partire da oggi (primo giugno) esportare acciaio e alluminio europeo negli Stati Uniti costerà di più. L’amministrazione Trump infatti ha deciso di non prorogare l’esenzione temporanea concessa all’Europa e di applicare imposte del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. la decisione annunciata dal presidente Donald Trump lo scorso marzo è stata presa “per motivi di sicurezza”. Lo schema seguito dagli Usa è quello applicato alla Cina: i dazi scattano subito e parallelamente procederanno le trattative per un accordo commerciale. L’export soggetto ai dazi Usa vale 6,4 miliardi di euro (lo 0,1% dell’export complessivo dell’Unione) e il danno inflitto dai dazi sarebbe molto inferiore allo 0,1% del Pil, secondo Oxford Economics. I più colpiti sarebbero i tedeschi: un terzo dei prodotti siderurgici europei acquistati dagli Stati Uniti arriva dalla Germania.

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I dazi di Trump (Il Sole 24 Ore, 1 giugno 2018)

Secondo il settimanale Wirtschaftswoche, l’obiettivo sarebbe quello di chiudere il mercato nazionale ai costruttori tedeschi: lo avrebbe rivelato lo stesso Trump al presidente francese Emmanuel Macron, in occasione del suo viaggio a Washington in aprile. Secondo il presidente di Federacciai Antonio Gozzi l’acciaio italiano potrebbe comunque restare competitivo sul mercato Usa, dove i prezzi dell’acciaio sono molto alti, anche a fronte di dazi al 25%. “Fra l’acciaio Usa e quello italiani la differenza, su prodotti analoghi, è di circa 200 dollari a tonnellata. Se i prezzi Usa si mantengono così il nostro acciaio reggerà l’impatto” spiega Gozzi. Nel 2017 l’Italia, ha prodotto 24 milioni di tonnellate di acciaio, ma verso gli Stati Uniti ne ha esportato poco più di mezzo milione di tonnellate (505 mila), cioè, solo il 2% della sua produzione totale. L’export italiano verso gli Stati uniti vale 653 milioni di euro.

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