Daniele Silvestri fa sapere che non vota M5S

di Mario Neri

Pubblicato il 2019-09-04

Ieri Il Fatto Quotidiano aveva infilato il cantante Daniele Silvestri tra gli “entusiasti” del MoVimento 5 Stelle: “Ho seguito con passione la grande avventura del Movimento, soprattutto all’inizio e continuo a vederci cose entusiasmanti”. Oggi lui scrive al Fatto per far sapere che non ha mai votato M5S: Mi sembra giusto, anche nei confronti degli …

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Ieri Il Fatto Quotidiano aveva infilato il cantante Daniele Silvestri tra gli “entusiasti” del MoVimento 5 Stelle: “Ho seguito con passione la grande avventura del Movimento, soprattutto all’inizio e continuo a vederci cose entusiasmanti”. Oggi lui scrive al Fatto per far sapere che non ha mai votato M5S:

Mi sembra giusto, anche nei confronti degli elettori del Movimento 5 Stelle, oltre che dei lettori del Fatto, chiarire il mio pensiero. Anche perché –nonostante qualcuno pensi il contrario –non ho mai votato Cinque Stelle. Mi ritengo semmai un orfano della sinistra, che provo di volta in volta a rintracciare dove possibile, senza molta fortuna.

Ma è senz’altro vero che ho guardato alla nascita stessa del Movimento come a qualcosa di nuovo, importante, persino rivoluzionario. Ho seguito con passione il tentativo di ridisegnare il concetto stesso di democrazia. Tentativo che non poteva non scontrarsi con una serie di criticità, soprattutto man mano che il Movimento acquistava consenso, raccoglieva voti, incarichi, responsabilità.

daniele silvestri

Ora il mio sguardo verso quel tentativo si è fatto decisamente più severo e più lontano. E meno che mai potevo sentirmi vicino al governo giallo-verde, malgrado ne abbia pubblicamente difeso la legittimità. Però non mi pento di avere mostrato in passato la mia vicinanza alla nascente esperienza pentastellata e penso ancora adesso sia un valore aggiunto la sua esistenza, nonostante i macroscopici quanto forse fisiologici errori commessi.

Auspico per il Movimento stesso la capacità di cambiare ancora, di aggiustare il metodo oltre che la rotta, di smettere di irridere la competenza a favore di una fantomatica purezza di intenti, di ridisegnare ancora il suo processo decisionale. Quello che invece auspico per il Paese, qualunque sia il prossimo governo, è la capacità di guardare lontano, di disegnare un futuro in cui credere.

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