Politica
La lucida trasparenza di Daniele Frongia: «Raffaele Marra chi?»
Alessandro D'Amato 22/12/2016
L’ex vicesindaco della Raggi rilascia una meravigliosa intervista al Fatto Quotidiano, riassumibile in tre parole: «Sono io, Coccolino»
Paolo Rossi raccontava qualche tempo fa una battuta su Silvio Berlusconi: si era fatto talmente da solo, sosteneva il comico, da non essere nemmeno mai nato, semplicemente i genitori rientrando a casa lo avevano trovato in salotto che leggeva Il Sole 24 Ore. A leggere l’intervista rilasciata da Daniele Frongia a Luca De Carolis del Fatto Quotidiano si può supporre più o meno la stessa cosa di Raffaele Marra: secondo la versione dell’ex vicesindaco Marra nessuno lo conosceva, lo hanno trovato in Aula Capitolina mentre si nominava vicecapo di gabinetto della Giunta Raggi da solo. Non solo: Frongia fa sapere anche di essersi dimesso volontariamente da vicesindaco (infatti non ci teneva per niente a farlo…) e dice che “sono stati commessi degli errori” ma non dice in alcun modo quali siano questi errori e perché, tra tanti nominati in Giunta dalla Raggi, il responsabile sia stato considerato lui. Vediamo qualche domanda e qualche (?) risposta:
Appunto, Marra.Dicono che sia stato lei a presentarlo alla sindaca, a sostenerlo.
Falso. Il primo contatto con lui lo ha avuto Romeo, perché lavoravano nello stesso dipartimento del Comune. Io lo conobbi nel 2013, quando era a capo del Dipartimento delle Partecipate, in un incontro ufficiale a cui partecipò anche Marcello De Vito (presidente del Consiglio comunale, ndr). In seguito lo convocai una volta come presidente della commissione per la spending review. Poi dal 2013 al 2016 l’avrò rivisto due o tre volte.
In primo luogo non è difficile notare che mentre la domanda sostiene che sia stato Frongia a presentare Marra alla sindaca, nella risposta l’ex vicesindaco dice che è falso ma poi cambia discorso e sostiene che Romeo lo abbia conosciuto per primo. Il che è verosimile, visto che Romeo lavorava in Campidoglio (prima dell’avvento della sindaca Raggi, in conseguenza del quale aveva trovato una promozione e il raddoppio dello stipendio, sicuramente grazie alla meritocrazia e il fatto che fosse un attivista grillino non significa niente). Poi Frongia dice che lo conobbe nel 2013, nella stessa occasione raccontata dallo stesso De Vito. Ma se Frongia l’ha visto da quel giorno due o tre volte, perché quando lui e la sindaca sono entrati in Campidoglio lo hanno voluto nel ruolo di vicecapo di gabinetto? Nessuna spiegazione da parte di Frongia, che poi torna anche a negare l’evidenza:
Gli avete dato un ruolo primario.
Ha avuto il ruolo di vice capo di gabinetto, temporaneo. Sopra di sé aveva il sindaco e la giunta. Le decisioni non le ha mai prese lui.
Dicono tutti il contrario. E quando siete stati costretti a spostarlo gli avete dato la guida del Personale. Contava tantissimo, non crede?
Ma non decideva lui.
La macchina amministrativa la mandavano avanti lui e Romeo.
La macchina va avanti da sola. C’è stato un attacco mediatico che ha indotto a sovrastimare la reale influenza di Marra.
E allora perché tutto il M5s, Grillo compreso, vi chiedeva di rimuoverlo?
Abbiamo sottovalutato alcune perplessità di Grillo, e questo è un grande rammarico.
Cosa lo preoccupava?
Non saprei dire nello specifico. Però vorrei ricordare che Marra è un pluri-laureato, ex Guardia di Finanza, che ha ricevuto due alte onorificenze dallo Stato. Questo ci aveva indotto a pensare che avesse la competenza per quel ruolo.
E qui è inutile far notare che Frongia parla delle perplessità di Grillo ed evidentemente le sue parole cozzano con la versione di Luigi Di Maio rilasciata sempre al Fatto Quotidiano: «Volevamo che fosse allontanato, ci basavamo su informazioni di dominio pubblico», diceva giusto ieri Di Maio riferendosi evidentemente agli articoli di giornale su di lui. Proprio quelli che Frongia chiama “attacco mediatico”: sarebbe bello che i due M5S si decidessero: era un complottone contro il povero Marra o la verità?
Ha ragione ed è nel giusto invece Frongia quando dice che una serie di attacchi maschilisti nei confronti della sindaca le hanno attribuito una serie di relazioni inventate, tra cui anche quella con Marra che l’ex vicesindaco smentisce. Questo sì che è fango e bene fa Frongia a farlo notare. Meno intelligenti sono invece gli attacchi a Rodolfo Murra, capo dell’avvocatura capitolina, e all’OREF. Rimane che per tutta l’intervista non c’è nessuna spiegazione credibile delle sue dimissioni e nessuna motivazione spendibile per comprendere perché sia stata chiesta la sua testa: eppure ad esempio la sorella di De Vito lo aveva attaccato frontalmente per la nomina del suo amico Eric Sanna nel suo staff: proprio quelle nomine sono oggi al vaglio degli inquirenti per il caso Romeo. Né si spiega perché le solite chiacchiere di quei cattivoni dei giornalisti avevano raccontato di un Beppe Grillo che proprio a Frongia aveva detto: “Ti tengo d’occhio”, mentre l’ANSA scrisse che Grillo durante un viaggio in treno aveva spiegato precisamente quali problemi ci fossero con Frongia e Romeo:
Ci sono, poi, alcune certezze, che il leader M5S chiarisce nelle infuocate telefonate che fa durante il suo viaggio. La prima è che Daniele Frongia e Salvatore Romeo non possono più restare al loro posto. “Romeo si deve levare dal c…”, tuona Grillo per telefono ribadendo l’esigenza di una forte “discontinuità” che deve segnare, da oggi, la gestione del Campidoglio. (ANSA, 17 dicembre, 20:40)
Marra si è nominato da solo, Frongia si è dimesso da solo e tutti quelli che hanno raccontato del potere dell’ex vicecapo di gabinetto in Campidoglio si sbagliano, o mentono, o sono pagati dal PD. E il vicesindaco? Ricorda uno spot che andava per la maggiore negli anni Ottanta: