Damiano Bruni: l'intervista a uno degli indagati per l'omicidio di Emanuele Morganti ad Alatri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-04-13

Lui è uno dei buttafuori del Mirò Music Club e il proprietario del manganello sequestrato. Ma dice di non essere mai uscito dal locale e di non aver mai toccato Emanuele

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Damiano Bruni è uno dei buttafuori indagati per l’omicidio di Emanuele Morganti ad Alatri. Ieri ha deciso di farsi intervistare da Chi l’ha visto? a volto scoperto e rinunciando all’anonimato per raccontare la sua versione dei fatti. «La mia posizione non era vicino ad Emanuele, io ero alla console quando una ragazza mi avverte del litigio. Quando vedo la scala vedo i due colleghi che vanno verso il bancone. Allora mi sono provato ad avvicinare. Voglio fare un caloroso abbraccio agli amici e alla famiglia perché qualsiasi morte non si può giustificare. Io non ero presente nella rissa esterna. In ogni caso nel locale sono intervenuti gli addetti alla sicurezza, hanno diviso i due litiganti e hanno accompagnato fuori Emanuele», sostiene Damiano.
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Perché è stato buttato fuori Emanuele? «In prima persona non posso rispondere perché non ho fatto io l’intervento. Una cosa che mi è rimasta impressa è che una nuvola di gente si è avventata verso l’uscita quando è stato portato fuori Morganti. Io non l’ho accompagnato fuori». Ma alcuni testimoni fanno il tuo nome… «Lo so, ma la mia posizione era all’interno del locale». Damiano, dice Federica Sciarelli, ha un manganello in macchina anche se smentisce che sul manganello stesso ci fosse la scritta “Boia chi molla”. Poi Bruni torna a parlare: «Dopo dieci minuti ho fatto spegnere al dj la musica. Sono stato accusato di aver inseguito fuori Emanuele ma io non sono uscito dal locale finché non è arrivata la volante dei carabinieri». Molti parlano del manganello… «Si parla di me perché sono stato associato al manganello. Il sabato mattina i carabinieri hanno perquisito la mia macchina; io non ho chiesto l’avvocato. Il manganello è in legno, è nuovissimo, c’era la scritta “Onore e fedeltà”, ho fatto controllare i carabinieri e la cosa è stata chiarita subito. Il manganello non aveva un graffio, non è stato mai utilizzato e io ripeto di non essere mai uscito dal locale».
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Ieri Chi l’ha visto? ha intervistato anche Domenico, il ragazzo che ha litigato con Emanuele Morganti al bancone del Mirò Music Club e che era stato all’inizio identificato come un albanese. Lui ha raccontato di aver effettivamente avuto uno scontro prima verbale e poi fisico con un gruppo di ragazzi tra cui Emanuele, di aver tirato un pezzo di plastica e di aver subito l’intervento dei buttafuori, che lo hanno fermato e messo contro un muro mentre portavano fuori Morganti, ma ha anche detto di non aver in alcun modo partecipato al pestaggio successivo.

Leggi sull’argomento: Emanuele Morganti: l’albanese che non c’era nel pestaggio del ragazzo morto ad Alatri

 

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