Crescita, Italia anno zero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-29

Secondo le stime che arrivano da fonti politiche, l’Italia ha già un buco certificato nei conti di otto miliardi di euro, in parte a causa delle stime troppo ottimistiche sui costi della manovra di quest’anno, in parte per il peggioramento del deficit causato dalla minor crescita

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La crescita italiana nel 2019 sarà di appena un decimale. L’ultimo rapporto di Standard & Poor’s è una doccia fredda sull’economia italiana ma anche su quella tedesca visto che i due paesi vengono indicati come i due grandi malati d’Europa. Nella classifica a diciannove la penultima per aumento del Pil sarà proprio la Germania: appena +0,5 per cento. La debolezza delle due più grandi manifatture avrà effetti sul risultato complessivo dell’area: +1,1 per cento, mezzo punto in meno di dicembre.

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Le dichiarazioni dei redditi (La Stampa, 29 marzo 2019)

Spiega oggi La Stampa in un articolo a firma di Alessandro Barbera che secondo le stime che arrivano da fonti politiche, l’Italia ha già un buco certificato nei conti di otto miliardi di euro, in parte a causa delle stime troppo ottimistiche sui costi della manovra di quest’anno, in parte per il peggioramento del deficit causato dalla minor crescita.

Se i vertici della Commissione europea uscente non fossero già con gli scatoloni in mano, quel buco si tramuterebbe nella richiesta di una manovra correttiva in corso d’anno. A maggio la Commissione farà notare l’esistenza dello scostamento, ma si tratterà di una notazione quasi burocratica. La manovra non ci sarà: almeno fino all’insediamento del nuovo governo comunitario nessuno avrà la forza politica di chiedere alcunché all’Italia. Se il governo avrà retto le conseguenze delle elezioni europee, i dolori arriveranno in autunno.

Lega e M5S credono che il nuovo esecutivo dell’Ue sarà più indulgente con l’Italia, senza però tenere conto del fatto che la nuova maggioranza a Strasburgo dovrà avere al suo interno i liberali, forti nei paesi nordici e tendenzialmente conservatori sui temi di finanza pubblica. «Temo che qualcuno a Roma si stia illudendo», spiega un alto funzionario internazionale con frequenti contatti nelle stanze dell’Unione. «Probabilmente la nuova Commissione dovrà tenere conto del clima politico continentale, ma immaginare che l’Italia possa ottenere più flessibilità di quella già ottenuta è lunare».

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