Opinioni

Così parlò D'Alemathustra

di dipocheparole

Pubblicato il 2017-05-26

Massimo D’Alema, intervistato oggi dal Corriere della Sera, analizza la situazione politica italiana e apre qualche prospettiva di alleanza a MDP: Renzi è sempre il Male Assoluto mentre Grillo alla fine non sono mica il fascismo, secondo l’ex presidente del Consiglio, ma il suo nuovo partito vuole offrire al paese un’alternativa: Se Renzi è un […]

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Massimo D’Alema, intervistato oggi dal Corriere della Sera, analizza la situazione politica italiana e apre qualche prospettiva di alleanza a MDP: Renzi è sempre il Male Assoluto mentre Grillo alla fine non sono mica il fascismo, secondo l’ex presidente del Consiglio, ma il suo nuovo partito vuole offrire al paese un’alternativa:

Se Renzi è un tale disastro, perché ha stravinto le primarie?
«Perché non ha detto la verità sul suo progetto: allearsi con Berlusconi. Del resto, il suo modello è House of Cards, e uno dei cardini della sua politologia è non dire la verità. Ma l’ammucchiata di forze “responsabili” mi ricorda più Razzi e Scilipoti che Moro e Berlinguer. Una parte secondo me maggioritaria del Pd vuole il centrosinistra. Il “Renzusconi” non mi pare molto popolare, anzi tirerà la volata a Grillo».
Bersani con Grillo vorrebbe dialogare.
«La gente vota Grillo non perché è impazzita, ma perché è indignata dalle ingiustizie: se non paghi il mutuo ti portano via la casa; ma se un imprenditore non restituisce il miliardo che ha avuto in prestito non perde nulla, e le banche vengono ricapitalizzate con il denaro dei contribuenti. Nell’ambito di una ricerca il 28% dell’elettorato dei Cinque Stelle si è detto di sinistra; ma dichiara di votare Grillo perché la sinistra non c’è più».

renzi d'alema mossad
A parte il giochino delle alleanze e le solite critiche a Renzi, però, D’Alema dimostra grande lucidità nel puntare il dito sulla disuguaglianza sociale come male irrisolto del paese:

Cinque Stelle costola della sinistra?
«Stiamo lavorando per offrire agli elettori una proposta alternativa di sinistra. Ma, attenzione: i 5 stelle non sono percepiti come il Front National. Marine Le Pen non ha sfondato grazie a Mélenchon, che ha intercettato parte del voto operaio. Se uno vede la Torino della Appendino e del trionfo del Salone del libro, non gli viene in mente il fascismo».
Meglio Grillo di Renzi?
«Né Grillo, né Renzi. Noi vogliamo offrire al Paese un’altra scelta».
Anche lei è favorevole al reddito di cittadinanza?
«Parlerei di reddito di inserimento: una formula più selettiva e più sostenibile. Ma il messaggio rivolto alla parte più debole del Paese è importante. Nel dopoguerra non si era mai visto un tale livello di disuguaglianza sociale. Cinque milioni di italiani non sanno se domani avranno da mangiare. Altri rinunciano a curarsi perché non possono pagare i superticket; infatti l’aspettativa di vita decresce. E il governo ha stanziato il bonus libri per tutti i diciottenni, compreso il figlio del professionista; che i libri se li può comprare, oppure leggere nella biblioteca di papà. In queste condizioni, come stupirsi se la gente vota Cinque Stelle? Dobbiamo offrire un’alternativa a chi vuole esprimere un voto di protesta o astenersi».

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