Roma Resiliente: così la giunta Raggi si prende i meriti del lavoro di Ignazio Marino

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-09-14

Quando qualcosa non va è sempre colpa dell’amministrazione precedente. Quando invece c’è qualche successo da festeggiare i 5 Stelle evitano accuratamente di riconoscere i meriti di chi prima di loro ha lavorato bene

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Giovanni Caudo – ex assessore all’Urbanistica della giunta Marino – domenica ha scritto sul Corriere della Sera che per affrontare il problema delle piogge e degli allagamenti sarebbe stato utile mettere mano al piano per Roma Resiliente che era stato avviato nel 2014 dall’Assessorato all’urbanistica e da quello all’ambiente. Il progetto era stato finanziato per intero dalla Rockfeller foundation nell’ambito del programma internazionale «100 resilient cities».

Quando per Virginia Raggi Roma resiliente usava i fondi del “Capitale finanziario e globalizzato”

Nel 2014 Roma si era aggiudicata un milione di dollari  per elaborare un piano di intervento sui fattori di rischio idrogeologico del territorio e il restauro dei beni archeologici. A volere che la città partecipasse al bando della fondazione Rockefeller furono l’allora sindaco Ignazio Marino, Caudo e l’assessora Estella Marino. All’epoca, ha spiegato ieri Caudo su Facebook la Raggi aveva accusato l’Amministrazione comunale di usare “i fondi del Capitale finanziario e globalizzato” e che la giunta stava facendo speculazione e vendendo la città alle multinazionali della finanza. Che i 5 Stelle all’epoca non vedessero di buon occhio i poteri forti finanziari e che il nome Rockefeller facesse drizzare le antenne all’ala complottista del MoVimento è cosa nota.
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Ma dal 2014 ne è passata di acqua sotto i ponti (e anche sulle strade romane) del M5S, oggi decisamente a suo agio a trattare e conversare con lobby e “potentati economici” assortiti. Al punto che la Raggi durante un’audizione dell’11 luglio scorso alla Camera parlava proprio del progetto “100 resilient cities” della Rockefeller Foundation come uno dei progetti internazionali di rigenerazione urbana cui Roma ha preso parte. Sempre durante l’amministrazione Marino Roma aveva preso parte e vinto un altro progetto dell’Unione Europea “Smart mature resilience” che fa parte del programma Horizon 2020.
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Si apprende in questi giorni che il progetto per Roma resiliente è ripartito. L’importanza del progetto è stata ribadita anche dall’assessore all’Urbanistica Luca Montuori. Viene menzionato senza alcuna remora il fatto che sia finanziato dalla Rockefeller Foundation ma non viene fatto alcun riferimento a come e a chi abbia ottenuto quel finanziamento. E il motivo è chiaro e non riguarda solo il capitale finanziario globalizzato. Per ottenere quei soldi Ignazio Marino fece alcuni viaggi negli Stati Uniti a caccia di mecenati. Viaggi e spese che i 5 Stelle hanno sempre contestato. E già come accade quando la Raggi inaugurò il restauro della sala degli Orazi e dei Curiazi si conferma l’onestà dei 5 Stelle nel riconoscere i meriti altrui. Fa piacere che Roma è in prima linea per “lavorare in modo integrato e strategico per affrontare al meglio le sfide sociali, culturali, urbanistiche ed economiche che coinvolgono le città e i suoi abitanti” e che i 5 Stelle – così abituati a dare la colpa alle precedenti amministrazioni – siano in prima linea nell’accaparrarsene i meriti.

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