Cosa succede se si spegne l’altoforno di ILVA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-16

Lo spegnimento degli altiforni 2, 1, e 4 dell’ILVA di Taranto può provocare danni da shock termico e ha rischi elevati di deterioramento. L’inattività sarà un passo in più verso l’annichilimento dell’ex Ilva. La procedura non è irreversibile, ma è meglio se le fermate sono brevi, al massimo due settimane

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Lo spegnimento degli altiforni 2, 1, e 4 dell’ILVA di Taranto può provocare danni da shock termico e ha rischi elevati di deterioramento. L’inattività sarà un passo in più verso l’annichilimento dell’ex Ilva. La procedura non è irreversibile, ma è meglio se le fermate sono brevi, al massimo due settimane. Poi bisogna ripartire, alla svelta. Per evitare danni allo stesso impianto, difficoltà nel portare a termine colate accettabili, rischi di emissioni anomale e ulteriori danni ambientali. Il Sole 24 Ore oggi spiega oggi in un articolo a firma di Marco Meneghello che c’è il concreto rischio di un deterioramento tecnologico dei materiali che compongono gli impianti. Ogni volta che un altoforno viene fermato i refrattari (i mattoni che rivestono l’interno della struttura) subiscono uno shock. Stessa cosa per i refrattari delle cokerie, che rischiano di fessurarsi.

Gli altiforni sono tutti simili tra loro, ma non sono tutti uguali. Il protocollo di spegnimento per gli impianti di Taranto, prevede, in una prima fase, che si tolga il minerale, con l’aumento progressivo della frazione di coke. Quando il forno è sostanzialmente svuotato, e il coke rimasto è tre-quattro metri sopra le tubiere, è necessario, in caso di ua fermata lunga, che si tolga la cosiddetta «salamandra», vale a dire l’ultima incrostazione di ghisa che si forma sul crogiolo. Per farlo va aumentata la temperatura, va data energia, e si praticano dei fori sul crogiolo, da cui andrà fatta fuoriuscire la ghisa tornata allo stato liquido.

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L’ex ILVA in cifre (La Stampa, 6 novembre 2019)

Una sosta può comunque essere gestita: la stessa ArcelorMittal ha recentemente deciso di fermare un altoforno in Polonia, spiegando che lo stesso aveva già subito uno stop di alcuni mesi in passato senza riportare danni irreparabili e, per restare a Taranto, l’altoforno 5 è stato fermato in questi anni, in attesa di un rifacimento (così come altri impianti sono stati spenti e riavviati nella storia recente).

Leggi anche: Il sondaggio sulla nazionalizzazione di ILVA e sul fallimento di Alitalia

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