Cosa si può fare con il nuovo limite ai pagamenti in contanti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-18

Dal 2020 il limite per i pagamenti in contanti scende da tremila a duemila euro. Nel 2022 il limite verrà fissato a mille euro. Cosa significa? Cosa cambia e cosa si può fare senza violare la legge?

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Il decreto fiscale licenziato con la formula “salvo intese” dal Consiglio dei Ministri prevede una rimodulazione del tetto all’utilizzo del contante. Attualmente il limite per i pagamenti in contanti è fissato a tremila euro, il decreto legge prevede appunto modifiche al regime dell’utilizzo del contante per abbassarlo a mille euro.

Il governo vuole incentivare il ricorso a pagamenti tracciabili

La decisione si inserisce all’interno del cosiddetto “Piano per la rivoluzione Cashless” che il Governo ha inserito nel documento propgrammatico di bilancio pubblicato nei giorni scorsi e che fa parte della strategia di lotta all’evasione fiscale per incentivare la tracciabilità dei pagamenti. I punti principali del “Piano Cashless” sono «l’istituzione di estrazioni e premi speciali per le spese pagate con moneta elettronica e l’esenzione della tassazione dei premi stessi, l’introduzione di sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di debito e credito, l’implementazione di una piattaforma per emettere la fattura elettronica e lo scontrino digitale attraverso il pagamento cashless». Per quanto riguarda l’uso del contante l’abbassamento del limite però non sarà immediato.

tetto contante legge bilancio -1

Il decreto fiscale stabilisce che il tetto all’uso del contante per i pagamenti scenda da 3.000 a 2.000 euro nel 2020 e 2021 e solo a partite dal 2022 il limite venga fissato a quello “definitivo” di 1.000 euro. Definitivo tra virgolette perché nel corso degli anni questa soglia è stata ritoccata più volte, nel 2007 era fissata a 12.500 euro. Prima del 2011, quando il governo Monti decise di limitare i pagamenti cash ad un massimo di mille euro, il limite era stato molto più alto: 5.000 euro nel 2010. Poi con la manovra economica del governo Renzi del 2016 venne nuovamente alzata per consentire i pagamenti in contanti fino a 3.000 euro.

Cosa è possibile fare entro la soglia di pagamento fissata dal decreto fiscale

Una volta chiarito quindi che il tetto di mille euro non entrerà in vigore fino al 2022 (e che non è detto che entro quella data non venga ritoccato ancora) tocca chiarire cosa significa il limite ai pagamenti in contanti. La legge vieta i trasferimenti di denaro contante o di titoli al portatore, per un importo superiore alla soglia di legge (che sarà quindi di duemila euro), effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi. Nella violazione inoltre sono coinvolti entrambi i soggetti, val a dire sia chi effettua il denaro che chi lo riceve. E questo vale anche non solo per le vendite, ma anche per  le donazioni o i prestiti, anche quelli da parte dei parenti. Il Ministero dell’Economia spiega che il limite riguarda «il trasferimento in unica soluzione di valori costituiti da denaro contante e titoli al portatore di importo pari o superiore» alla soglia stabilita per legge «a prescindere dal fatto che il trasferimento sia effettuato mediante il ricorso ad uno solo di tali mezzi di pagamento». In questo limite però non rientra quello relativo al prelevamento o versamento per cassa in contanti dal proprio conto corrente proprio perché non si tratta di un trasferimento tra soggetti diversi.

limiti-uso-contante decreto fiscale 2020 - 1

In poche parole è ancora consentito (e salvo modificazioni ulteriori lo sarà) circolare con cifre di contanti superiori al limite del pagamento né esiste un limite alla quantità di contante che si può tenere in casa. Ma immaginiamo di dover pagare una cifra che è superiore al limite di duemila euro, e di non poterlo (o volerlo) fare con un bonifico. Sarà ancora possibile? Fermo restando che oggi esiste il divieto di effettuare bonifici bancari per somme superiori a 12.500 euro senza l’intervento di un intermediario finanziario il MEF spiega che sì, è possibile ad esempio pagare un importo superiore al limite di legge pagando parte in contanti e parte in assegno. Quello che è importante è che la parte in contanti sia inferiore alla soglia.

tetto contante legge bilancio -3

Allo stesso modo a fronte di una fattura unica per la vendita di un bene il cui importo è superiore al limite è possibile accettare il versamento di denaro contante a titolo di caparra, sempre purché sia sotto al limite di legge. La legge (articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007 n. 231) stabilisce anche la possibilità per i pagamenti rateali anche per una cifra superiore al limite che conseguono ad un accordo negoziale tra le parti o qualora «il trasferimento, considerato nel suo complesso, consegua alla somma algebrica di una pluralità di imputazioni sostanzialmente autonome, tali da sostanziare operazioni distinte e differenziate». Ad esempio i «singoli pagamenti effettuati presso casse distinte di diversi settori merceologici nei magazzini “cash and carry”».

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