Cosa riapre dopo il 13 aprile

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-02

L’ipotesi in campo ad oggi è quella di provvedere ad alcune riaperture scaglionate dopo il 13 aprile, a partire dalle attività industriali anche se Rezza torna a promuovere il telelavoro in tutti quei settori dove è possibile

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Ieri Giuseppe Conte ha firmato un nuovo DPCM che proroga la chiusura totale fino al 13 aprile. Vengono confermate le limitazioni agli spostamenti, la chiusura delle attività non essenziali, nonché dei luoghi di cultura, cinema e ristoranti. La novità prevista dal testo è la sospensione non solo di tutti gli eventi sportivi e le gare, ma anche delle sedute di allenamento degli atleti, che possono continuare però ad allenarsi individualmente. Il testo recita: “Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Sono sospese altresì le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo”.

Cosa riapre dopo il 13 aprile

Il presidente del Consiglio ha spiegato che «Rimane il regime di indicazioni e vincoli già predisposto. Con il Comitato tecnico-scientifico c’è la possibilità di valutare, tra quelli che hanno superato a pieno la malattia,come recuperarli a pieno nell’attività lavorativa. Per ora non cambia nulla. Dovremmo affrontare giorni di festività con questo regime restrittivo», ha aggiunto, dopo Pasqua «si valuterà la prospettiva per programmare un eventuale allentamento delle misure. Non posso dire che ci sarà il 14 aprile. Non siamo nelle condizioni». E dunque sono in vigore i divieti, mentre tutto ciò che è consentito dovrà comunque essere fatto rispettando la distanza di almeno un metro dagli altri e indossando sempre la mascherina. Per chi torna da un Paese estero rimane l’obbligo di autodenunciarsi comunicando l’indirizzo dove si va a stare e rimanendo in quarantena per 14 giorni. Ma cosa cambia dopo il 13 aprile? Cosa riapre dopo Pasquetta? Repubblica oggi ha sentito Giovanni Rezza del gruppo di esperti in quanto capo delle Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità:

Dottore, cosa succederà dopo Pasqua?
«Bisognerà osservare se la curva va bene. A quel punto certamente alcune attività produttive si potranno riaprire, ovviamente mettendo in sicurezza i lavoratori. E andrà messo in piedi un programma di individuazione rapida di eventuali casi».

Cosa intende?
«Un sistema di allerta territoriale che ci permetta di intercettare subito nuovi focolai. Se abbattiamo finalmente la trasmissione, poi dobbiamo evitare che tutto riparta. Vanno intercettati i casi grazie ai medici di famiglia e ai dipartimenti di prevenzione delle Asl e messi subito in quarantena».

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Coronavirus: i numeri del 2 aprile (Corriere della Sera, 3 april 2020)

La app di tracking servirà?
«Anche quello strumento è importante. Aiuta a capire dove sono state le persone contagiate così da intercettare contatti a rischio. Si sta lavorando per individuare la soluzione migliore».

Perché si parla di riaperture scaglionate?
«Adesso abbiamo lo schermo protettivo del distanziamento sociale, ma se lo interrompiamo all’improvviso, e non gradualmente, aumenta la possibilità che il virus ritorni. Non dobbiamo tornare nella situazione attuale».

E se l’epidemia riparte?
«C’è il rischio di chiudere di nuovo tutto. Del resto il sistema dello “stop and go” è stato studiato. Richiede chiusure almeno di due settimane e al massimo di due-tre mesi. Ma certe attività produttive non si possono bloccare all’infinito».

L’ipotesi di riaperture scaglionate dopo il 13 aprile

L’ipotesi in campo ad oggi è quella di provvedere ad alcune riaperture scaglionate dopo il 13 aprile, a partire dalle attività industriali anche se Rezza torna a promuovere il telelavoro in tutti quei settori dove è possibile. La Stampa spiega oggi in un articolo a firma di Paolo Russo che potrebbero riprendere l’attività i lavoratori meno fragili e le donne, meno esposti alla minaccia Covid.

Resterebbero invece chiusi tutti quegli esercizi commerciali dove il distanziamento resterebbe una chimera: bar, ristoranti, negozi di scarpe e di abbigliamento, palestre, cinema. Niente da fare anche per gli stabilimenti balneari. Riaprirebbero invece le botteghe artigiane a monoconduzione, tipo calzolai, tappezzieri e falegnamerie, dove non è indispensabile il contatto stretto con il cliente. «Ma la riapertura potrebbe interessare anche quei negozi dove si può prenotare telefonicamente e passare a orari prestabiliti solo per ritirare la merce», spiega sempre Sileri. I parrucchieri potrebbero impugnare di nuovo spazzola e forbici ma solo per un cliente alla volta su appuntamento. Negli uffici grande distanziamento sociale utilizzando al massimo lo smart working.

cosa riapre dopo il 13 aprile
Coronavirus: cosa riapre dopo il 13 aprile (La Stampa, 2 aprile 2020)

Il «tutti a casa» resta, con annesse autocertificazioni. «Si continuerà a poter uscire per gli stessi motivi di oggi, anche se ci saranno più esercizi commerciali dove potersi recare, ma sempre senza assembramenti e comunque gli spostamenti non potranno andare al di là del comune di residenza», spiega il vice-ministro. Un limite pensato per impedire fughe verso mare e montagna durante i ponti di 25 aprile e primo maggio.

Tenere in casa gli anziani?

Mentre a Rezza non piace l’idea di tenere a casa gli anziani:

Ha senso riaprire prima in alcune zone del Paese?
«Guarderei alle chiusure. A parte che forse avrei fatto alcune zone rosse in più in Lombardia, quando sono stati presi i provvedimenti per tutta Italia di certo hanno frenato la corsa del virus al centro-sud. Invece nei pochi giorni che alcune regioni del nord sono state chiuse e le altre no abbiamo visto le fughe da quelle aree. Per questo forse riaprire in modo scaglionato può non essere efficace. E poi la maggior parte delle attività produttive stanno proprio al nord. Che facciamo, lo apriamo dopo perché ha avuto una maggiore diffusione del virus?».

E basarsi sull’età, lasciando a casa più a lungo gli anziani?
«E’ un modello nel quale credo poco. Ho visto che lo hanno proposto gli inglesi e i tedeschi. La nostra struttura sociale è diversa. Qui mandi a lavorare i trenta-quarantenni e i figli li tengono i nonni. E poi gli anziani comunque non vanno a lavorare e quindi comunque restano a casa».

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Coronavirus: l’andamento degli attualmente positivi (La Repubblica, 2 aprile 2020)

Alla riapertura bisognerà comunque mantenere il distanziamento sociale. Quindi anche sui mezzi devono essere presi provvedimenti per ridurre la capienza. Il distanziamento deve essere mantenuto anche nei locali come bar e ristoranti e nei negozi. Intanto ad oggi sono aperti i supermercati, i negozi di generi alimentari e quelli che vendono prodotti per la pulizia della casa. Sono aperte le farmacie e le parafarmacie. Lavorano i tabaccai e i benzinai. Sono aperte le edicole e i rivenditori di giornali e riviste. Sono aperti i meccanici, i ferramenta, i punti di ristoro all’interno degli ospedali. Sono sospese pure le «attività inerenti i servizi alla persona»: parrucchieri, barbieri, centri di estetica. Si possono invece acquistare computer, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici. Proroga dei divieti di riprendere l’attività per i negozi di abbigliamento. Sono chiuse: palestre, piscine,sale bingo, sale giochi. E con tutta probabilità lo saranno anche dopo il 13 aprile.

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