«Cosa importa dei 600 euro? Matteo dica dove sono i 49 milioni»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-14

Lo storico primo deputato della Lega Nord Giuseppe Leoni va all’attacco di Salvini

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Giuseppe Leoni, storico primo deputato della Lega Nord, in un’intervista oggi rilasciata a Repubblica va all’attacco di Matteo Salvini dopo la storia del bonus 600 euro partite IVA:

«A me interessano relativamente i 600 euro incassati da quattro furbetti. Mi interessano di più i 49 milioni di euro. Dove sono finiti? Salvini sa dirmelo? No perché, a volerla dire tutta, in quel gruzzolo ci sarebbero anche i miei, di soldi, quelli di un architetto che ha pagato le tasse per tutta la vita».

Nessuno scandalo per i leghisti che hanno ricevuto il bonun Iva e che sono stati sospesi?
«Sa cosa? In Lega molti hanno la partita Iva e una leggerezza, purtroppo, ci può stare. Soprattutto se hanno sbagliato a fare la legge, senza escludere i politici: uno scandalo. Il fatto è che la società è malata di soldi. E quando selezioni i politici dalla società malata, allora il virus te lo porti dentro. Da consigliere comunale di Varese non ho mai percepito un gettone di presenza. Quando sono diventato presidente di Aeroclub Italia, ho fatto modificare lo statuto per eliminare l’indennità del presidente da 150 mila euro l’anno. Ma non ho mai smesso di fare l’architetto, anche quando ero in Parlamento. Altra storia, insomma».

Che ne pensa della Lega a propulsione nazionale di Salvini?
«Penso che non c’entri nulla con la nostra tradizione. Hanno cambiato  nome, hanno stravolto le cose. Qui a Varese, dove vivo, la tensione è molto alta. Più del 50 per cento dei tesserati ha  rinunciato a rinnovare l’iscrizione al partito di Salvini. Non sono interessati a quella roba lì. E vogliono adesso tornare a fare politica sotto i vecchi simboli. Non coi traditori».

umberto bossi matteo salvini

Traditori addirittura? E perché?
«Perché hanno soffocato lo spirito autonomista che soffiava dentro la Lega Nord. Noi avevamo un progetto federalista. Matteo Salvini ha scambiato il concetto di  federalismo con quello di federale fascista. Penso che si accorgeranno presto dell’errore compiuto. Quel che mi spiace e mi stupisce è che non dicano nulla coloro che hanno portato avanti il progetto di Bossi e che ora sono vicini al leader, da Giorgetti a Calderoli».

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