Cosa farà adesso Di Maio con il suo nuovo gruppo di fuoriusciti dal M5S?

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-22

Nuovi scenari si aprono in Parlamento con la creazione di “Insieme per il futuro”, il gruppo di fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle che hanno seguito Luigi Di Maio

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Beppe Sala, Gianfranco Librandi, Federico Pizzarotti, Bruno Tabacci, Luigi Brugnaro: sono questi gli interlocutori ai quali adesso guarda Luigi Di Maio per cercare sponde e appoggi al suo nuovo gruppo parlamentare, “Insieme per il futuro”, generato dal suo addio al Movimento 5 Stelle che ha portato con sé lo spostamento di una settantina di parlamentari. Lo stesso ministro degli Esteri ha comunicato prima alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e poi al presidente della Camera, l’ex collega di partito Roberto Fico, la creazione dei gruppi. A Palazzo Madama le trattative per avere il simbolo sono in corso e coinvolgono Centro democratico, Maie e Italia al centro, mentre a Montecitorio la pesca è anche tra gli ex pentastellati. Con uno sguardo a Giancarlo Giorgetti, che nella Lega sembra quello più vicino a poter replicare la mossa appena messa in campo dal titolare della Farnesina: visti i continui attacchi della Lega all’esecutivo, guidati da Matteo Salvini, il ministro dello Sviluppo economico potrebbe far partire la conta di quanti sono stanchi di stare con il piede in due scarpe.

Cosa farà adesso Di Maio con il suo nuovo gruppo di fuoriusciti dal M5S?

Tornando a Di Maio, la sua scissione vuole porre un accento su quello che è stato il vero problema del Movimento 5 Stelle: il mancato radicamento sul territorio, che gli è costata una perpetua caduta libera nei sondaggi e diverse umiliazioni alle Amministrative. Così il ministro degli Esteri si è commosso menzionando ieri sera in conferenza stampa il   suo ormai ex Movimento, “ma da oggi – ha detto – ci mettiamo in cammino assieme ad altri interlocutori   che lavorano nei comuni”. “Non sarà una forza politica personale – precisa – non ci sarà spazio per l’odio, per populismi, sovranismi ed estremismi. I primi interlocutori saranno i sindaci, al centro metteremo le esperienze territoriali”. Dal governo ha ottenuto un “no” ai rimpasti chiesti da chi è rimasto nel partito, e anzi la sua mossa permette di salvare l’esecutivo in caso di una fuoriuscita ordinata da Giuseppe Conte.

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