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La lista dei nomi dei parlamentari che seguono Di Maio e lasciano il M5S

neXtQuotidiano 22/06/2022

Luigi Di Maio si separa dal Movimento 5 Stelle dopo giorni di tensioni crescenti: una frangia di parlamentari grillini lo segue in un nuovo gruppo

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In seguito alla formalizzazione dell’uscita di Luigi Di Maio dal Movimento 5 Stelle, dopo esserne stato leader e capo politico, inizia la diaspora di quanti in parlamento hanno intenzione di abbandonare Giuseppe Conte e seguire il ministro degli Esteri, allineato su una linea più “governista”, nel nuovo gruppo parlamentare “insieme per il futuro”. Saranno una cinquantina alla Camera e fino a venti al Senato. I nomi circolati nelle prime travagliate ore – tra i deputati pronti a seguire l’ex capo politico l’ex sottosegretario Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella, mentre al Senato Fabrizio Trentacoste, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola, Antonella Campagna, Simona Nocerino, Daniela Donno, Sergio Vaccaro, Emiliano Fenu – non rendono la portata della scissione e le conseguenze che questa avrà sul peso del Movimento 5 Stelle in Parlamento. Senza i “dimaiani”, i grillini perdono lo status di partito di maggioranza relativa, a discapito della Lega.

La lista dei nomi dei parlamentari che seguono Di Maio e lasciano il M5S

E Giuseppe Conte si trova a far fronte a una serie di defezioni importanti: con Di Maio ci sono i viceministri Laura Castelli e Pierpaolo Sileri, i sottosegretari Anna Macina, Manlio Di Stefano, Dalila Nesci, oltre a diversi presidenti di commissione. Il M5S perde punti di riferimento alla Farnesina, ai ministeri dell’Economia, della Giustizia, della Sanità e del Sud. Un’altra casella importante è quella del questore della Camera ricoperta dal messinese Francesco D’Uva. Tra gli altri big in uscita ci sono Federica Dieni, vicepresidente del Copasir, l’ex sottosegretario Simone Valente e la storica 5S Marta Grande. E poi Carla Ruocco, l’esponente pentastellata più vicina a Beppe Grillo: la sua è una defezione anomala, visto che il garante – in questa partita – si è schierato con Conte. Un vero e proprio terremoto, con i fedelissimi dell’ex premier ora impegnati a leccarsi le ferite: chiedono di sfiduciare il capogruppo Davide Crippa, protagonista di un violento litigio nel corso dell’ultimo Consiglio nazionale, e la sostituzione di quanti occupavano posizioni di vertice – come i presidenti di commissione – con esponenti rimasti all’interno del partito. Ma il Movimento – o quello che ne resta – al momento ha le mani legate: il governo ha negato ogni possibilità di rimpasto, e le frecce all’arco di Conte sono sempre di meno, come i parlamentari. “Ci siamo liberati di una zavorra”, è il pensiero ottimistico che circola tra chi è rimasto. Ma l’elefante nella stanza resta: il partito è fermo al 5% circa raccolto alle amministrative, e al suo interno si fa sempre più forte la spinta di chi vorrebbe uscire dal governo. “Fino a quando resteremo in maggioranza? Non lo so – dice Gianluca Ferrara, vice capogruppo del Movimento in Senato – Fino a quando riusciremo ad assicurare gli interessi dei cittadini, nel rispetto del programma M5S… Poi si vedrà”.

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