Cosa è la politica?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-07-08

In questi ultimi mesi faccio parte di un gruppo di pensatori che hanno l’ambizione di dare una svolta alla politica italiana. Questo movimento si chiama Lettera150, è stato fondato dal Professor Valditara ed io faccio le veci del coordinatore del Circolo Toscano. Il movimento è apartitico (non fa riferimento a nessun partito) ma non può …

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In questi ultimi mesi faccio parte di un gruppo di pensatori che hanno l’ambizione di dare una svolta alla politica italiana. Questo movimento si chiama Lettera150, è stato fondato dal Professor Valditara ed io faccio le veci del coordinatore del Circolo Toscano. Il movimento è apartitico (non fa riferimento a nessun partito) ma non può essere apolitico (altrimenti saremmo dei demagoghi). Nel Circolo Toscano si sono radunati più di 50 professionisti con svariate competenze. Abbiamo già avuto il battesimo televisivo su una emittente locale. I problemi organizzativi non sono banali, ma prima di tutto dobbiamo rispondere a domande preliminari, tipo:

a) quale siano la nostra mission & vision
b) quale siano i nostri obiettivi di breve/medio/lungo periodo
c) quale sia il nostro benchmark. Occorre inoltre analizzare contesto e competitori.

Le prime due domande sono facili da rispondere

a) Mission: incidere sulla vita politica Toscana ed Italiana alzandone il livello. Vision: sicuramente libertaria, laica ed efficientista :L’intervento dello Stato deve essere limitato a quei settori dove il privato non farebbe investimenti o li farebbe inefficienti o senza giustizia sociale.
b) Per fare ciò:
l’obiettivo di breve raggio è essere visibili e farci notare. Le Regionali Toscane ci offrono questa opportunità. Non dobbiamo lasciarcela sfuggire
l’ obiettivo di medio raggio è dialogare con le forze politiche regionali.
l’obiettivo di lungo raggio è diventare noi stessi una forza politica (qualunque cosa questo vorrà dire)

Per rispondere alla terza domanda, dobbiamo però prima chiederci cosa sia la politica. La Politica fu studiata sia da Platone che da Aristotele. Mentre Platone non fa molta differenza fra politica e filosofia, Aristotele, forse per la prima volta nella storia dell’umanità, considera la politica come scienza a sé. Per Aristotele l’uomo è un «animale politico» per cui è portato per natura a unirsi ai propri simili per formare delle comunità. Inoltre Aristotele afferma che l’uomo è un animale naturalmente provvisto di raziocinio, il che ben si accorda con la sua innata socialità, perché è mediante il ragionamento che gli uomini possono trovare un terreno di confronto. Infine lo Stato risponde ai bisogni naturali dell’individuo e, «ogni Stato è una comunità e ogni comunità si costituisce in vista di un bene».
Per avere un’idea più moderna di politica, dobbiamo aspettare Machiavelli. La politica, per il pensatore fiorentino, è un’arte tremendamente difficile, che incontra, sulla via della sua realizzazione, numerosi e gravi intralci: la fortuna, la variabilità delle situazioni e l’”ancoraggio” dell’uomo al suo stato e alle sue idee (per usare una terminologia da Finanza comportamentale). Quello che Machiavelli chiama “fortuna” è l’insieme delle condizioni, delle circostanze e delle situazioni, che, in un dato momento, costituiscono la realtà del mondo umano; sono i “tempi” della storia. L’altro problema è che le cose umane non sono mai “salde”, ma sempre in “moto”, i “tempi”, l’insieme delle situazioni date, sono soggetti a perenne “variazione”. Infine, l’uomo è costituito, per Machiavelli, da un fascio di potenzialità, che si attuano nella storia, ma non ha una natura fissa e immutabile, né segnata indelebilmente, come talvolta s’è detto, da una colpa originaria, di natura religiosa, o da una struttura metafisica che lo condanni al male; è anche un essere fragile e insicuro, bisognoso di “assicurarsi” delle forze ostili che lo minacciano, specie quando i tempi hanno una dura configurazione. Per affrontare le difficoltà della vita dovrebbe avere la capacità di mutare sé stesso, ma tuttavia è spesso attaccato, tenacemente, alle abitudini del suo modo di essere e di vivere e a specifici e determinati comportamenti, anche se per lui dannosi. L’alto scopo della politica, per Machiavelli, è sfidare l’inerzia delle cose, affrontare la variazione dei tempi, mutare la propria natura secondo le necessità, e, perciò, sapere realizzare gli alti obiettivi prefissi, nonostante tutti i condizionamenti e le avversità.

coronavirus collasso sistema politica
Molto più pragmatici gli scritti di Lenin sulla politica. Secondo Lenin la politica nasce per governare e dare direzione alle forze presenti nella società. Può essere una forza basata sul denaro, sulle armi, sul potere mediatico, sulla rabbia sociale, ma deve esserci una forza alla base di ogni azione politica. Molto carino e relativamente recente lo scritto di Heinlein “Take back your government”. Heinlein è noto per essere stato uno scrittore di fantascienza di successo. E’infatti autore di “Fanteria nello spazio” giudicato da tutti come il manifesto dell’ ultra-destra americana. In realtà Heinlein era stato candidato per il partito democratico per un seggio nell’assemblea della California nel 1938. Il libro fu scritto nel 1946, ma pubblicato solo nel 1992. Molto interessante, per i tempi attuali, quando dice che se c’era una parte degli Americani pronta a votare Ross Perot, voleva dire che i due partiti, Repubblicano e Democratico, erano in crisi profonda… Chissà che cosa avrebbe pensato Heinlein, adesso, con l’elezione di Trump… Il libro è tutto leggibile e godibilissimo, ma forse il punto che mi trova più d’accordo è quando scrive che la maggior parte dei cittadini (americani) sono onesti e brave persone. In effetti basta teoria del sospetto…Basta affermazioni tipo «non esistono politici innocenti ma colpevoli su cui non sono state raccolte le prove».

politica università

Ho provato ad applicare questi strumenti di analisi alla situazione politica attuale. Provo ad esporvela ma scusatemi per le inevitabili ( ma sempre eccessive) semplificazioni. Come per gli USA, anche in Italia si nota una profonda disaffezione verso la politica. A differenza degli USA noi abbiamo una disaffezione sempre più crescente anche verso la Chiesa e la Scienza. Le forze su cui si appoggiano i partiti politici attuali sono le seguenti: i 5Stelle sono nati dalla protesta contro un po’ tutto: no TAV, no rigassificatori, no Ilva, no Vax, no Euro, no inceneritori etc etc e su misure di sostegno verso le categorie più deboli tramite reddito di cittadinanza. Da quando è diventato partito di governo si appoggia solo su questi strati più deboli della popolazione (non vale più il 35% dell’elettorato ma è stabilmente sul 15%). La Chiesa Cattolica, con il Concilio Vaticano II, ha smesso di essere garante dei ceti medi e ha deciso di rappresentare i ceti più emarginati della popolazione. Il PD ha sostanzialmente fatto il percorso inverso: partendo dai ceti più bassi è diventato portavoce delle istanze della classe impiegatizia, operaia e dei pensionati (oltre che della classe più alta che vuole il mantenimento dello status quo). La destra ha invece come target la parte della popolazione che ha paura dei cambiamenti e che quindi desidera il mantenimento dell’ordine. Da questa sommaria analisi si deduce che il ceto medio e tutte le forze produttive ed imprenditoriali non hanno chi li rappresenti. Gli sarebbe più affine la destra ma la politica della destra li spaventa. La Sinistra, i 5Stelle e la Chiesa non rappresentano una soluzione credibile perché utilizzano le poche risorse a disposizione in attività meramente assistenziali non per sostenere attività produttive che facciano crescere il Paese. Non c’è all’orizzonte (per il momento) nessun politico “libertario” convincente. Berlusconi e Renzi hanno tradito tutte le grandi aspettative che gli Italiani avevano messo in loro ( e per questo hanno sperperato tutto il consenso che avevano raccolto). Gli altri che cercano di operare in quello spazio politico (Calenda e Toti ad esempio) non riescono a farsi strada fra queste due “gloriose” reliquie del passato. E così facendo, in ogni sondaggio risulta che ben il 43% degli Italiani non si vede rappresentato da nessuna attuale forza politica… Insomma situazione che si sbloccherà quando arriverà (quando e se) un Godot che sia capace di aprire a questa forza (imponente numericamente ma muta, repressa, incavolata, ed inespressa) le ampie praterie elettorali.

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