Il Coronavirus all’Umberto I dal focolaio del San Raffaele

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-11

Un infermiere e un paziente del policlinico Umberto I sono risultati positivi al Coronavirus SARS-COV-2 e a COVID-19 dopo essere entrati in contatto con il focolaio del San Raffaele alla Pisana

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Un infermiere e un paziente del policlinico Umberto I sono risultati positivi al Coronavirus SARS-COV-2 e a COVID-19 dopo essere entrati in contatto con il focolaio del San Raffaele alla Pisana. Dopo il caso di Guidonia e gli otto di Montopoli di Sabina in provincia di Rieti sono partiti i test su operatori e pazienti del reparto di Malattie infettive dell’ospedale. L’infermiere ha contatti diretti con un’infermiera del San Raffaele che è risultata tra i contagiati.

Il Coronavirus all’Umberto I dal focolaio del San Raffaele

I 13 ricoverati nel reparto dell’infermiere sono stati sottoposti a tampone e uno è risultato positivo mentre la struttura è stata sanificata e il personale è stato sottoposto a sorveglianza attiva domiciliare. E così, con i 15 nuovi positivi di ieri i casi di Coronavirus legati al focolaio del San Raffaele arrivano a 70. Gli otto di Rieti sono collegati a un paziente morto per COVID-19 che aveva svolto la riabilitazione dopo un’operazione nella struttura di via della Pisana. Finora sono stati eseguiti 2.332 tamponi per il focolaio del San Raffaele «e ne stimiamo oltre 5 mila tra tamponi e test», sottolinea l’assessore regionale allasanità, Alessio D’Amato. Ieri sono stati effettuati i secondi test sugli operatori e i pazienti nella struttura della Pisana: si attende il responso per oggi.

coronavirus numeri lazio
Coronavirus: i numeri nel Lazio (Il Messaggero, 10 giugno 2020)

 

Intanto, scrive oggi Il Messaggero, proseguono le attività di screening anche sul territorio reatino, per individuare eventuali altri casi:

«Senza un intervento tempestivo assunto immediatamente per la tutela della salute pubblica, i danni di questo focolaio sarebbero stati più rilevanti»,dice D’Amato. La struttura, dopo la scoperta del cluster, è stata subito isolata attraverso il cordone sanitario disposto dalla Regione. L’Irccs Pisana non è la prima struttura del gruppo San Raffaele che ha fatto registrare un cluster di Covid-19 dall’inizio dell’emergenza.

La situazione più delicata è stata affrontata a Rocca di Papa.  Alcuni giorni fa, intanto, è stato scongiurato l’insorgere di una altro focolaio, in un istituto religioso di Monteverde. Cinque le persone risultate positive al Covid-19: una di loro è stata ricoverata allo Spallanzani. In questo caso, però, dopo l’isolamento della struttura nella zona di piazza San Pancrazio, disposto dalla Regione alla fine della scorsa settimana, non sono stati trovati altri casi di contagio tra le persone che hanno frequentato l’istituto e i possibili contatti.

I NAS alla ASL e al San Raffaele

Ieri intanto i NAS hanno acquisito documenti sul focolaio del San Raffaele alla ASL Roma 3 e oggi dovrebbero presentarsi in via della Pisana per fare la stessa cosa. Le verifiche puntano a stabilire se siano state rispettate le normative anti-contagio e, soprattutto, se siano stati osservati i protocolli in ingresso e in uscita, in particolare per quanto riguarda test sierologici e tamponi per isolare casi sospetti. Nei prossimi giorni, invece, verrà effettuata un’ispezione mirata all’interno della struttura, che attualmente è isolata attraverso il cordone sanitario disposto dalla Regione Lazio: nessuno entra e nessuno esce senza l’autorizzazione della Asl.

Nel mirino degli inquirenti ci sono eventuali falle nella catena dei controlli su degenti e operatori. Ed è proprio su questo punto che i Nas stanno cercando di fare chiarezza studiando la documentazione medica già acquisita. Il passo successivo, dopo avere individuato l’anello debole della catena dei controlli, potrebbe essere ascoltare testimoni e familiari dei degenti. Anche la Regione sta facendo accertamenti con un audit interno, per stabilire se tutte le procedure anti-Covid sono state seguite alla perfezione.

san raffaele pisana

 

Da quanto ricostruito finora dall’indagine epidemiologica, il focolaio sarebbe partito da un fisioterapista trovato positivo già il 3 maggio. Secondo la direzione del San Raffaele, sarebbe stata la Asl Rm 3 a commettere una leggerezza “dimenticando” di tracciare i contatti dell’operatore, per circoscrivere meglio il contagio.

Leggi anche: Gli otto casi di Coronavirus a Montopoli di Sabina che vengono dal cluster del San Raffaele a Roma

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