Coronavirus: quando arriverà il picco del contagio?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-20

Per picco si intende il punto più alto toccato dai contagi da SARS-COV-2 e da COVID-19 ed è importante sapere quando arriverà perché da quel momento in poi dovrebbe cominciare una discesa. Questo sempre se avranno efficacia le misure del governo e le nuove restrizioni allo studio. Ma c’è un però

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“Le previsioni sul Coronavirus le fanno gli esperti, sicuramente è giusto farle, ma poi bisogna vedere se le previsioni vengono confermate dai fatti. Forse il picco non arriverà la prossima settimana, ma quella dopo. Tutti dicono che stiamo andando verso il picco, speriamo arrivi quanto prima”: Angelo Borrelli, capo della protezione civile, ha detto questo oggi intervenendo ai microfoni di Rai Radio2 nella trasmissione “I Lunatici”.

Coronavirus: quando arriverà il picco del contagio?

Per picco si intende il punto più alto toccato dai contagi da SARS-COV-2 e da COVID-19 ed è importante sapere quando arriverà perché da quel momento in poi dovrebbe cominciare una discesa. Questo sempre se avranno efficacia le misure del governo e le nuove restrizioni allo studio. Ma c’è un però. Il Sole 24 Ore la settimana scorsa ha pubblicato un’infografica tratta dalla relazione tecnica del terzo decreto sull’emergenza atteso in consiglio dei ministri. La previsione puntava su 92mila contagi complessivi in Italia e, soprattutto, su un picco che si sarebbe dovuto toccare tra il 17 e il 18 marzo: di lì al 29 aprile si puntava a una rapida discesa.

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La previsione del picco dei contagi da Coronavirus nel Decreto Cura Italia

Youtrend ieri ha messo a confronto i dati reali con quelli delle previsioni del governo: la previsione si è rivelata errata. Il governo prevedeva un picco di contagi per il 17 marzo con un calo successivo. I contagiati del 19 marzo (+5322) superano le previsioni di circa mille casi.

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Da: Youtrend su Twitter

La previsione sul picco il 25 marzo

Nei giorni scorsi Repubblica ha raccontato che un team multidisciplinare dell’Università di Genova, composto da infettivologi, esperti di sistemi complessi e informatici, ha messo a punto un modello numerico che sta dando risultati promettenti: ogni giorno azzecca, con un accettabile margine di errore, i numeri che raccontano il Covid-19. E prevede che il picco dell’epidemia – in termini di nuovi casi giornalieri – si avrà intorno al 23-25 marzo. Spiegava all’epoca Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sitemi complessi:

Sono arrivate le misure di “distanziamento sociale” volute dal governo e i tre ricercatori genovesi le hanno introdotte tra le variabili del loro modello, elaborando tre possibili scenari per l’evoluzione dell’epidemia. Il primo basato su parametri in grado di riprodurre valori e dinamiche utilizzati dalla Ragioneria di Stato per chiedere alla Ue la deroga sul patto di stabilità. Il secondo, più ottimistico, immaginando una stretta osservanza da parte degli italiani delle norme di contenimento del virus a livelli di isolamento “cinese”. Il terzo, peggiorativo, assumendo invece che molti non rispettino la consegna dell’ #iorestoacasa.

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Coronavirus: a cosa serve ritardare il picco (La Repubblica, 4 marzo 2020)

Nel primo caso (scenario base) il picco sarebbe raggiunto il 17 marzo con un numero di nuovi contagiati giornalieri di 4500 (ieri erano 3233). Nel secondo (scenario peggiorativo) il picco si toccherà il 23 marzo con oltre 5000 nuovi casi giornalieri e una decrescita del contagio assai più lenta. Nel terzo (scenario migliorativo) il picco sarebbe stato previsto per il 17 marzo con poco più di 4000 nuovi casi al giorno.

Gli specialisti della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) hanno però spiegato oggi in una nota che “fare previsioni sui prossimi sviluppi dell’epidemia di Covid-19 in Italia sarebbe azzardato. Molto probabilmente, però, la crisi non è destinata a esaurirsi in tempi brevi. La nostra speranza è che di questo virus ci si possa liberare in non più di 3 mesi dal momento dell’applicazione di determinate regole”. Anche secondo loro “non abbiamo raggiunto il picco; anche quando ci sarà questo primo punto di svolta, la situazione critica non sarà terminata”. “Non sarà una cosa breve – ribadiscono – ma crediamo sia giusto dire agli italiani che ne verremo fuori, allo stesso tempo non illudiamoci, perché non sappiamo dare ora una data”. In queste settimane la Simit ha avviato molteplici iniziative. La sezione della Regione Lombardia, l’area più colpita, lo scorso 13 marzo ha pubblicato il Vademecum Simit, frutto del lavoro del ‘Gruppo collaborativo – Terapia Covid-19 Lombardia’, costituito da 46 specialisti provenienti dai principali ospedali lombardi, in particolari gli Spedali Civili della città ‘focolaio’ Brescia. Il vademecum si occupa di definire le caratteristiche principali del Covid-19, su cui esistono ancora troppi dubbi nella popolazione generale, ma soprattutto predispone strumenti di supporto ai clinici per le decisioni terapeutiche, sulla base dei pochi dati disponibili in letteratura. Il Vademecum, insieme agli altri strumenti di lavoro in uso presso il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sarà di grande supporto per infettivologi e altro personale medico degli Ospedali italiani. E sul sito www.simit.org sarà poi possibile scaricare gli aggiornamenti.

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