Le nuove misure del governo sul Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-07

Assunzioni di 5.000 medici, 10.000 infermieri e 5000 operatori sanitari. Possibilità per i prefetti di requisire alberghi quando non è possibile trascorrere in casa la quarantena. Celebrazione «a porte chiuse» di alcuni o di tutti i processi penali e il rinvio delle udienze a date successive al 31 maggio

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A tarda sera ieri il Consiglio dei ministri ha varato le nuove misure sul Coronavirus. Tra le novità in campo sanitario spiccano le assunzioni di 5.000 medici, 10.000 infermieri e 5000 operatori sanitari. L’altra emergenza affrontata dal governo è stata quella dei posti letto soprattutto per la terapia intensiva e i reparti di pneumologia. Si è deciso lo stop a ricoveri e prestazioni ambulatoriali non urgenti. Prevista anche la possibilità per i prefetti di requisire alberghi quando non è possibile trascorrere in casa la quarantena. Per quanto riguarda la giustizia, tra le misure consentite c’è la celebrazione «a porte chiuse» di alcuni o di tutti i processi penali, e il rinvio delle udienze a date successive al 31 maggio. In ogni caso non potranno essere rimandati processi con detenuti.

Le nuove misure del governo sul Coronavirus

Il decreto del governo prevede l’assunzione di 5000 medici, 10000 infermieri e 5000 operatori sanitari. La decisione è stata presa per fare fronte all’emergenza da coronavirus e dunque per avere personale a disposizione negli ospedali e nei reparti istituiti all’interno delle tende per effettuare il triage. Ma soprattutto per coadiuvare il lavoro del personale già presente nei nosocomi. Per raggiungere l’obiettivo l’esecutivo prevede di procedere con «conferimenti di incarico di lavoro autonomo, assunzione diretta attraverso le graduatorie, messa in servizio di laureati abilitati anche se non specializzandi, reclutamento dei medici che attualmente si occupano di medicina generale». Gli infermieri verranno reclutati tra coloro che sono già inseriti nelle graduatorie.

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I casi di Coronavirus in Italia e negli altri paesi (Corriere della Sera, 7 marzo 2020)

Nel provvedimento vengono accorpate quindi sia le restrizioni per gli uffici giudiziari, che scatteranno dal 23 marzo dopo 15 giorni di “sospensione feriale”, sia quelle per mandare rinforzi nelle corsie degli ospedali, in prima linea per contrastare l’epidemia. Salta, rispetto alle prime bozze, la possibilità per lo Stato di commissariare le Regioni inadempienti rispetto alle nuove misure mentre spunta, oltre alla possibilità di requisire gli alberghi, un potere più ampio alla Protezione civile per disporre, dove diventasse necessario, requisizioni di altri immobili per avere spazi dove gestire le persone in quarantena ma anche requisizioni e espropri di materiale sanitario, dai presidi sanitari e medico-chirurgici per assicurare agli ospedali le forniture adeguate a gestire i contagi e i posti letto “specializzati” necessari a ricoverare i malati. Per potenziare i reparti di terapia intensiva sono in arrivo 5mila impianti di ventilazione assistita, che saranno acquistati dalla Protezione civile attraverso la Consip con procedure rapide e semplificate.

Come cambia la sanità nell’emergenza Coronavirus

Per quanto riguarda le norme in materia di potenziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN), il decreto legge, approvato stasera dal Cdm, ha l’obiettivo di rafforzare la rete di assistenza territoriale e le funzioni del Ministero della salute, attraverso l’incremento delle risorse umane e strumentali. Si prevedono, pertanto: l’assunzione di medici specializzandi, secondo le norme specificate nel decreto stesso, da destinare allo svolgimento di specifiche funzioni; il conferimento straordinario di incarichi di lavoro autonomo a personale sanitario in quiescenza; la rideterminazione dei piani di fabbisogno del personale delle aziende e degli enti dell’SSN; l’incremento delle ore della specialistica ambulatoriale. Inoltre, si interviene in materia di: – potenziamento dell’Istituto superiore di sanità;
– potenziamento delle reti di assistenza territoriale;
– istituzione di aree sanitarie temporanee;
– assistenza a persone e alunni con disabilità;
– disposizioni per garantire l’utilizzo di dispositivi medici per ossigenoterapia;
– misure di semplificazione per l’acquisto di dispositivi medici.

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La diffusione del virus (La Repubblica, 6 marzo 2020)

È prevista la possibilità per la Protezione civile, fino al termine dell’emergenza Coronavirus, di requisire anche a privati presidi sanitari o medico chirurgici, beni mobili ma anche immobili per l’assistenza e l’ospitalità dei contagiati. Questa una delle misure contenute nel dl che ha ottenuto il disco verde questa sera. Al proprietario verrà “corrisposta una somma di denaro a titolo di indennità di requisizione”, si legge nel testo. La sospensione dei processi può essere decisa dal capo dell’ufficio giudiziario e scatta – si legge nel testo – in caso di “emergenze epidemiologiche certificate”. Slitterebbero così a giugno le udienze civili e penali, tranne alcune eccezioni. ‘Salvi’ in particolare i procedimenti urgenti, le udienze su misure cautelari, quelle sulla convalida di arresti o fermi nei procedimenti che riguardano detenuti e imputati minorenni, le convalide di espulsioni dei migranti. Non si fermano nemmeno le cause di competenza del tribunale dei minori, le udienze sulla possibilità di adottare bambini o quelle riguardanti minori stranieri non accompagnati o bambini allontanati dalle famiglie. Inoltre, saranno celebrati a porte chiuse i processi normalmente pubblici. Cambierebbe poco, invece, la vita per i detenuti all’epoca del Coronavirus: nella bozza iniziale, nessun riferimento a eventuali limiti a colloqui con i familiari in carcere né ai trasferimenti per visite mediche esterne, come ha reclamato l’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria. Tanto meno su mascherine, guanti monouso e disinfettanti nei penitenziari. Unica novità messa per iscritto è sulle udienze in videoconferenza, non più in aula, per chi sta in carcere o in custodia cautelare. Tra sabato e domenica il presidente del Consiglio firmerà molto probabilmente un nuovo Dpcm contenente le indicazioni sulle nuove zone rosse. Una di queste potrebbe essere quella del bergamasco – nel capoluogo sono risultati positivi anche il prefetto e il questore – che ricade sotto i comuni dei Nembro e Alzano Lombardo, un’area dove vivono 25mila cittadini. E il governo dovrà anche decidere se prolungare o meno l’isolamento delle aree già in quarantena. “Stiamo valutando una serie di misure da prendere in generale nella regione, come nelle altre zone a rischio”, ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro auspicando che vengano valutate delle misure sanzionatorie per chi viola la quarantena o le regole sanitarie diffuse in questi giorni. “Non è una bravata – ha detto – stiamo studiando eventuali conseguenze per un atto di questo tipo”.

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