Attualità
Coronavirus: la donna che rifiuta il ricovero e viene sottoposta a TSO
neXtQuotidiano 10/03/2020
La 78 enne, una volta informata della possibile diagnosi, ha rifiutato il ricovero e, supportata dal marito, voleva rientrare a casa, dando in escandescenza e minacciando medici e infermieri di denuncia per sequestro di persona

Una donna di 78 anni è stata sottoposta a Tso e ricovero coatto, dopo essere stata visitata al Policlinico di Monza per febbre alta, insufficienza polmonare bilaterale e tosse, sintomi tipici del Coronavirus. Scrive l’agenzia di stampa ANSA che la 78 enne, una volta informata della possibile diagnosi, ha rifiutato il ricovero e, supportata dal marito, voleva rientrare a casa, dando in escandescenza e minacciando medici e infermieri di denuncia per sequestro di persona. Sul posto è intervenuta la Polizia Locale di Monza, che ha proceduto al trattamento sanitario obbligatorio, in attesa dell’esito del tampone.
In provincia di Monza invece una palestra di Besana Brianza (Monza) è stata sottoposta a chiusura forzata da parte dei carabinieri, che ieri sera vi hanno trovato all’interno due iscritti e il titolare, impegnati in una sessione di allenamento. Sia il titolare che i suoi clienti sono stati denunciati per aver violato le misure di emergenza disposte dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e rischiano fino a tre mesi di carcere. Il controllo è stato svolto nell’ambito delle misure predisposte in sede di Comitato per l’ordine e sicurezza pubblica della Prefettura di Monza. L’assessore alla Sanità della Lombardia Giulio Gallera ha proposto il blocco totale della regione: “Gli esperti ci dicono che se fermiamo il Paese per 15 giorni poi riusciamo a sconfiggere questo virus– afferma- e fermarlo vuol dire probabilmente chiudere le attività produttive, l’Idroscalo, bloccare i mezzi di trasporto, stare a casa e a quel punto possiamo forse ricominciare in un lasso di tempo molto breve”. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità a Circo Massimo di Radio Capital ha detto che “Bisognava proteggere l’intero territorio nazionale perché se in questo momento l’epicentro dell’epidemia è nella bassa Lombardia, ma è chiaro che c’è un aumento di casi al centro, anche il Sud non è immune e sappiamo che il virus può correre molto veloce”. “Quindi – ha aggiunto – la cosa peggiore che possiamo fare è ignorare quello che è successo in Lombardia e vivere nel resto d’Itala come se nulla fosse. Bisogna alzare il livello di guardia per evitare che si diffonda al Sud, che tra l’altro ha anche un’organizzazione sanitaria più critica”.