Coronavirus: la cura (sperimentale) con il farmaco per l’artrite reumatoide

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-05

Il tocilizumab inserito dalla National Health Commission cinese nelle linee guida per il trattamento dei casi di gravi di Coronavirus SARS-COV-2. Per valutarne l’efficacia e la sicurezza è partito anche uno studio clinico su 188 persone

article-post

Un farmaco antinfiammatorio contro l’artrite reumatoide è stato inserito dalla National Health Commission cinese nelle linee guida per il trattamento dei casi di gravi di Coronavirus SARS-COV-2. Per valutarne l’efficacia e la sicurezza è partito anche uno studio clinico su 188 persone. In alcuni pazienti la COVID-19 provoca una sindrome da rilascio di citochine, una reazione eccessiva del sistema immunitario che è considerata un fattore importante nello sviluppo dell’insufficienza di organi grave e la morte. Il farmaco biologico tocilizumab (Actemra), sviluppato da Roche, inibisce i livelli elevati di proteina Interleuchina 6 (IL-6) e potrebbe fermare tale tempesta di citochine. La multinazionale svizzera rende noto che al momento non sono stati pubblicati studi clinici relativi all’utilizzo del farmaco contro le infezioni da Covid-19. Ha l’obiettivo di colmare questo vuoto un trial clinico da poco partito in Cina per valutare efficacia e sicurezza del tocilizumab, in pazienti con complicanze gravi causate da Covid-19. Per lo studio multicentrico randomizzato, come si legge sul Chinese Clinical Trial Registry, i ricercatori della University of science and technology of China (Anhui Provincial Hospital), hanno incluso 188 pazienti tra 18 e 85 anni, con alti livelli di Interleuchina 6 e danni al livello polmonare: 94 riceveranno il farmaco e gli altri 94 del gruppo di controllo, riceveranno altre terapie.

tocilizumab coronavirus cura

Il tocilizumab va quindi ad aggiungersi agli altri farmaci utilizzati in questa settimane per la cura del Coronavirus. In Cina alcuni ricercatori stanno studiando pure l’utilizzo delle cellule staminali nel trattamento di persone con Covid-19, ottenendo dei primi risultati positivi: quattro pazienti affetti da Covid-19 e che hanno ricevuto tale trattamento sono stati dimessi dall’ospedale dopo il recupero. l’Accademia cinese delle scienze ha quindi sviluppato un nuovo farmaco con cellule staminali, il CAStem, che ha mostrato risultati promettenti negli esperimenti sugli animali. Al momento è in corso uno studio clinico sulla sicurezza e l’efficacia della terapia.  Come abbiamo già raccontato, la formula più promettente è una combinazione di farmaci: il lopinavir e il ritonavir, inibitori delle proteasi virali, messi a punto in passato per bloccare l’HIV (il virus dell’Aids). Mostrano attività antivirale anche sui coronavirus. Non sono specifici, ma aiutano. Nei casi più gravi si utilizzano associati al remdesivir, un antivirale già utilizzato per l’Ebola  e potenzialmente attivo contro l’infezione da nuovo coronavirus.

Questi farmaci sono stati utilizzati anche per trattare i due coniugi cinesi ed il ricercatore italiano ricoverati allo Spallanzani in rianimazione e poi guariti. Anche in Thailandia questa combinazione ha ottenuto in un caso la scomparsa del virus nell’arco di 48 ore. Si attendono ora sperimentazioni dell’associazione di questi farmaci su larga scala. A partire dal prossimo marzo circa mille pazienti saranno arruolati in ospedali dei paesi asiatici e in altri con un alto numero di casi gravi diagnosticati.

L’obiettivo è mettere a punto il dosaggio ottimale non tossico e capire se questo protocollo funziona. Per ora viene fornito alle rianimazioni per il cosiddetto “uso compassionevole” ossia emergenze al di fuori degli studi clinici in corso. Sperimentata contro il coronavirus è anche la ribavirina, antivirale che interferisce con la sintesi degli acidin ucleici (Dna e Rna). Usato per contrastare l’herpes, il virus respiratorio sinciziale e in passato, in associazione con l’interferone, l’epatite C è un farmaco ad ampio spettro. Così la clorochina, un antimalarico sperimentato nella cura del coronavirus. Una molecola che frena le attività cellulari e quindi ostacola anche i microbi che le parassitano.

COVID-19 cura coronavirus cure - 4

L’efficacia non è certa e bisogna considerare gli effetti collaterali.

Lopinavir, Remdevisir, Ritonavir e ribavirina contro il Coronavirus

Ci sono poi gli antivirali ad ampio spettro e un metodo che utilizza il plasma dei pazienti guariti: il principio è lo stesso del siero antitetanico. Ma questa cura non è stata validata dall’OMS:

Dal sangue dei soggetti che hanno superato l’infezione si estraggono gli anticorpi elisi somministra ai malati. Più di un malato a Wuhan è stato curato con questa tecnica. Ciò presuppone che vi siano molti contagiati che diventino donatori di sangue dopo che siano guariti. Infine il vaccino: ce ne sono diversi allo studio messi a punto con diverse tecnologie e a diversi stadi di sviluppo per la cui disponibilità si dovrà attendere mesi. Un primo gruppo ha già prodotto anticorpi consentendo l’avvio di test sugli animali. Le regole scientifiche richiedono ricerche attente e sicure.

Anche in Italia ci sono progetti avanzati e con buone prospettive. Tra questi anche quello condotto da Alfredo Nicosia, ricercatore, docente ordinario della Federico II che già in passato ha collaborato alla messa a punto del vaccino contro l’Ebola.

COVID-19 cura coronavirus cure - 1
Il totale dei pazienti guariti (in verde) rispetto a quelli infetti (in arancione) Fonte: John Hopkins University

In attesa del vaccino.

Leggi anche: Il Coronavirus in Puglia e l’errore catastrofico del medico di San Marco in Lamis

Potrebbe interessarti anche