Il successone di Bolsonaro con COVID-19 in Brasile

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-19

Il Paese è già al quarto posto nel mondo per numero di contagi. I posti in terapia intensiva sono vicini all’esaurimento. Il disastro è anche conseguenza dello smantellamento delle strutture pubbliche a favore delle cliniche private

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Con 241.080 persone contagiate il Brasile è il quarto Paese al mondo più colpito dalla pandemia. I posti in terapia intensiva sono occupati all’80% nel paese, a San Paolo si arriva fino al 92%. E mentre Jair Bolsonaro organizza e cancella grigliate, il Brasile vive il momento più drammatico della pandemia da Covid 19. Spiega oggi Repubblica:

La curva dei contagi è schizzata verso l’alto raggiungendo 241.080 casi con 16.118 morti. Il gigante dell’America Latina è diventato così il quarto Paese al mondo nella cupa classifica del coronavirus, dopo Usa, Russia e Regno Unito. Era al settimo posto solo una settimana fa. Ma l’infinita battaglia tra Jair Bolsonaro e i governatori degli Stati sulle misure da adottare, ripetuta poi tra il presidente e i suoi due ministri della Salute, costretti entrambi alle dimissioni nel giro di un mese, ha finito per dividere la popolazione, già provata da due mesi di parziale lockdown e decisa più che mai a riprendere il lavoro in fondo mai interrotto.

Le conseguenze sono devastanti. Il sistema sanitario nazionale è al collasso. Nei cinque Stati più colpiti dal coronavirus (San Paolo, Amazonas, Rio de Janeiro, Ceará, Pernambuco) il sistema di terapia intensiva (Uti) ha raggiunto l’80 per cento delle sue capacità, con punte del 92,2 nella Grande San Paolo. Ed è qui, cuore pulsante finanziario e economico del Brasile e di gran parte dell’America Latina, che si consuma la tragedia di un popolo confuso, arrabbiato, allo sbando.

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Il Brasile ha smantellato il suo sistema nazionale pubblico a favore delle cliniche private che adesso sono chiamate a fare la loro parte fornendo spazi e posti letto a colpi di requisizioni. Manca materiale di protezione per medici e infermieri, in molti casi costretti a turni di 18 ore utilizzando gli stessi camici e le stesse mascherine per due giorni di seguito. San Paolo resta il focolaio principale. Sindaco e governatore stanno mettendo a punto un vero lockdown con l’aiuto della polizia che dipende da loro. Gli appelli a restare in casa cadono sempre più nel vuoto. Come gli allarmi sul collasso degli ospedali. Metà della popolazione esce, si ammassa, gira senza mascherina. Ha voglia di normalità. Bolsonaro ha fatto leva su questa insofferenza. Le foto dell’Europa che torna ad uscire sono un volano verso l’agognata libertà.

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