Economia
Cos’è il piano da 500 miliardi di Merkel e Macron per il Recovery Fund
Alessandro D'Amato 19/05/2020
Un piano da 500 miliardi di aiuti a fondo perduto, da non rimborsare, reperiti sui mercati attraverso bond continentali dalla Commissione europea e destinati ai Paesi più colpiti dal Covid-19. Le dimensioni sono nettamente inferiori alle richieste dei paesi del Sud. I soldi si dovranno restituire pro quota. Quindi anche l’Italia avrà la sua parte
Francia e Germania lanciano una proposta comune per ritrovare l’unità a 27 attorno al Recovery Fund, ovvero un piano da 500 miliardi di aiuti a fondo perduto, da non rimborsare, reperiti sui mercati attraverso bond continentali dalla Commissione europea e destinati ai Paesi più colpiti dal Covid-19. Le dimensioni sono nettamente inferiori alle richieste dei paesi del Sud.
Cosa è il piano da 500 miliardi di Merkel e Macron per i recovery fund
Il meccanismo proposto da Parigi e Berlino è basato su trasferimenti a fondo perduto incardinati sul bilancio Ue. I Paesi del Nord, invece, volevano prestiti. Gli aiuti «non saranno rimborsati dai destinatari» ma «dagli Stati membri»,ha spiegato il presidente francese Macron. La cancelliera tedesca Merkel ha aggiunto che il denaro arriverà «dal bilancio dell’Ue». In questo ambito viene introdotta una prima forma di emissione di debito comune: la Commissione sarebbe autorizzata a finanziare il Recovery Fund andando sui mercati in nome dell’Ue. Vicino alla sensibilità dei rigoristi il fatto che gli aiuti saranno basati «su un chiaro impegno degli Stati membri ad applicare politiche economiche sane e un’ambiziosa agenda di riforme». Quanto viene in tasca all’Italia dal Recovery Fund? Spiega Repubblica:
Del megafondo, circa un quinto, dagli 80 ai 100 miliardi, andranno all’Italia, fra i Paesi più colpiti dalla pandemia. Ma non dovrà mai ripagarli. La Commissione – come chiesto dalla Germania per essere certa che i soldi verranno ben amministrati – andrà sui mercati usando come garanzia per gli investitori il bilancio dell’Unione 2021-2027. Quindi i fondi verranno distribuiti alle «aree e settori» più colpiti dalla crisi. «I soldi non saranno rimborsati dai beneficiari, ma dall’Unione», ha garantito Macron.
L’Italia si limiterà a partecipare alla restituzione dei bond in quota alla sua partecipazione al bilancio Ue, con i bond che in ogni caso saranno a scadenze lunghissime. E la quota dell’Italia è l’11%, contro il 27% della Germania. Il documento a doppia firma ora verrà recapitato alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che dovrà tradurlo in una proposta europea da qui alla prossima settimana.
La prima idea di Ursula von der Leyen era, come chiesto da Italia e Francia, di creare un Recovery Fund da 1.000 miliardi che sommati agli altri 1.000 del normale bilancio Ue 2021-2027 avrebbe dotato Bruxelles di 2.000 miliardi contro la crisi. La tedesca prevedeva però di raccogliere sul mercato solo 320 miliardi dei quali (appena) metà sarebbe stata distribuita sotto forma di sussidi e metà come prestiti da rimborsare. Ora Francia e Germania propongono la cifra monstre di 500 miliardi da rastrellare sui mercati e cedere a fondo perduto ai governi. Bruxelles dovrebbe aggiungere un programma di investimenti per arrivare almeno a un totale di 700-800 miliardi.
Nei prossimi lustri ogni anno la Commissione accantonerà una parte del bilancio dell’Unione per ripagare gli investitori. Così i governi contribuiranno al rimborso dei bond in proporzione al proprio contributo al budget comunitario. La Germania, ad esempio, per il 27%, l’Italia per l’11,2%. È una vera mutualizzazione del debito, in linea con la richiesta che l’Italia e altri Paesi, contrastati dai falchi del Nord, chiedevano fin dall’inizio della pandemia.
I Recovery Fund e l’Italia: il conto è di 55 miliardi
Cosa cambia rispetto al MES “senza condizionalità” promesso dall’Unione Europea? Quei soldi non verranno ripartiti tra tutti gli Stati proporzionalmente al loro contributo, ma verranno usati per aiutare solo le regioni più colpite, in base ai loro bisogni. Per esempio, per sostenere l’industria del turismo in Italia. Per la prima volta passa il principio di un trasferimento di risorse. Se è vero che dagli 80 ai 100 miliardi andranno all’Italia, è facile anche calcolare quale quota parte l’Italia dovrà restituire: 500:100 per 11, 2 = 56 miliardi. Tommaso Ciriaco su Repubblica spiega oggi che la partita non è però conclusa:
Perché il patto tra Merkel e Macron sarà assorbito dalla proposta della Commissione, attesa per il 27 maggio. E discusso al Consiglio Ue di metà giugno. Conte sa bene che i falchi guidati dall’Austria si daranno fuoco pur di contrastare l’intesa. E che la Merkel li lascerà fare per bilanciare le spinte dei mediterranei. «Ma alla fine il punto di caduta sarà quello franco-tedesco – è la previsione – al massimo un po’ migliore».
L’Italia, comunque, chiederà di aumentare le risorse per i recovery. Non a caso il premier per adesso parla ufficialmente solo di «un buon passo in avanti che non deve essere rivisto al ribasso, ma semmai ampliato». E battezza positivamente la prospettiva di armonizzare il quadro regolatorio fiscale. «Solo così l’Europa permetterà ai Paesi più colpiti di ripartire senza lasciar indietro nessuno». Ma è evidente che il vero terreno di scontro sarà semmai quello sui tempi dell’accesso alle risorse europee. L’obiettivo di Conte – e del ministro Enzo Amendola, che ha seguito passo passo la trattativa – è sbloccarle entro l’estate, comunque non oltre ottobre. Lo chiederà oggi, in alcune videoconferenze con Merkel, il portoghese Costa e altri leader Ue.
Marco Palombi sul Fatto aggiunge che ci sono dei paletti su come i soldi potranno essere usati:
Si procederà “sulla base del programma di bilancio Ue e nel rispetto delle priorità europee”e il piano“ si fonderà su un impegno chiaro da parte degli Stati membri per l’applicazione di politiche economiche sane e un programma di riforme ambizioso ”. Siamo, a un dipresso, alle “condizioni”previste dai Trattati vigenti per qualunque “aiuto” in sede europea: in mancanza di dettagli applicativi, si può comunque dire che il Consiglio Ue si lascia la possibilità di intervenire largamente sulla politica fiscale degli Stati in un momento, si presume, in cui il Patto di Stabilità non sarà più sospeso a causa dell’emergenza come oggi. Un bilancio, insomma, con pochi chiari e molti scuri.
Ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte esulta per la “boccata di ossigeno”. Sette giorni fa la missiva a von der Leyen insieme ad altri cinque Paesi: “Stavolta è in gioco l’Unione”. La differenza tra Recovery Fund e MES è facile da comprendere: quest’ultimo è di fatto un prestito: prevede la possibilità per l’Italia di accedere a circa 37 miliardi con un tasso di interesse conveniente. La condizione posta è che questi fondi siano usati solo per spese sanitarie dirette o indirette. Per quanto riguarda il Recovery Fund, se la dotazione per l’Italia è di 80-100 miliardi e pro quota dovremo prima o poi restituirne 56, il calcolo del fondo perduto è presto fatto: 24 o 44 miliardi.