Coronavirus: assumere vitamina D riduce il rischio di contagio?

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-03-27

Non c’è nessuno studio dell’Università di Torino che dimostra che assumere vitamina D riduce il rischio di contagio da Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Lo scrive Beatrice Mautino su Le Scienze, spiegando che la storia è nata da un comunicato stampa che illustra come “il raggiungimento di adeguati livelli plasmatici di Vitamina D sia necessario anzitutto per …

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Non c’è nessuno studio dell’Università di Torino che dimostra che assumere vitamina D riduce il rischio di contagio da Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Lo scrive Beatrice Mautino su Le Scienze, spiegando che la storia è nata da un comunicato stampa che illustra come “il raggiungimento di adeguati livelli plasmatici di Vitamina D sia necessario anzitutto per prevenire le numerose patologie croniche che possono ridurre l’aspettativa di vita nelle persone anziane, ma anche per determinare una maggiore resistenza all’infezione COVID-19 che, sebbene con minore evidenza scientifica, può essere considerata verosimile“.

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Il documento è stato sottoposto ai Soci dell’Accademia di Medicina di Torino e in esso gli Autori suggeriscono ai medici, in associazione alle ben note misure di prevenzione di ordine generale, di assicurare adeguati livelli di Vitamina D nella popolazione, ma soprattutto nei soggetti già contagiati, nei loro congiunti, nel personale sanitario, negli anziani fragili, negli ospiti delle residenze assistenziali, nelle persone in regime di clausura e in tutti coloro che per vari motivi non si espongono adeguatamente alla luce solare. Inoltre, potrebbe anche essere considerata la somministrazione della forma attiva della Vitamina D, il Calcitriolo, per via endovenosa nei pazienti affetti da COVID- 19 e con funzionalità respiratoria particolarmente compromessa”.

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Ma, spiega Le Scienze, “on viene presentato un solo dato a supporto delle supposizioni fatte. Se il mondo dell’informazione fosse sano, questo comunicato stampa sarebbe stato rispedito al mittente per parlarne poi di fronte ai dati veri, perché in un momento come questo di tutto abbiamo bisogno meno che di dar voce a ogni ipotesi che salta fuori. Ma il mondo dell’informazione non è sano e quindi vediamo andare in prima pagina cose che non hanno nessun fondamento solo perché arrivano da qualcuno di affiliato a una qualche istituzione che sa come muoversi per finire sui giornali”.

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