Chi è il consigliere di Mattarella che meriterebbe l’impeachment?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-28

Di Maio oggi pomeriggio in più occasioni ha messo sotto accusa “qualche”consigliere” del Quirinale che secondo lui andrebbe messo in stato d’accusa per il ruolo che ha avuto nella crisi. Di chi sta parlando?

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“Sono stato un suo profondo estimatore ma ora sono veramente deluso. Ma andrebbe messo in stato d’accusa qualche consigliere di Mattarella più che Mattarella, ma questo istituto non esiste”. Luigi Di Maio ha ripetuto oggi in più occasioni un’accusa, nemmeno tanto velata, a un consigliere di Mattarella che secondo lui dovrebbe subire un impeachment per il presunto ruolo che ha avuto nella crisi.

Chi è il consigliere di Mattarella che merita l’impeachment?

Come suo costume politico, Di Maio ha lanciato il sasso e ha nascosto la mano, senza fare alcun nome per spiegare a chi fosse direzionata l’accusa gravissima di attentato alla Costituzione o alto tradimento. E senza un’indicazione precisa è difficile comprendere con chi ce l’avesse il leader M5S con certezza. Ma qualche indizio si potrebbe ricavare dall’articolo uscito sabato sul Fatto Quotidiano a firma di Marco Palombi e Carlo Tecce in cui si tratteggiava la figura non di un consigliere, ma del segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti. Zampetti, racconta il pezzo, oltre a essere uno dei più longevi nella carica al Quirinale, è però finito nei guai in un’occasione recente: quella della lista dei ministri M5S presentata prima delle elezioni:

Quando s’interpreta con eccessivo protagonismo un ruolo che impone lo stile degli invisibili e non se ne ha il necessario spessore politico, vuol dire che qualcuno si spazientisce. È quello che è accaduto al Quirinale coi consiglieri di Mattarella –da Simone Guerrini a Francesco Garofani – totalmente contrari all’impostazione strategica di Zampetti, considerato il mentore di Luigi Di Maio, non dei Cinque Stelle, presso la presidenza della Repubblica.

luigi di maio ugo zampetti

La rottura s’è consumata con la consegna della lista dei ministri del Movimento in campagna elettorale. Forse Mattarella era al corrente dell’irrituale (termine caro al Colle) operazione a metà strada tra la legittimazione politicae la propaganda elettorale. Di sicuro, l’altro Quirinale –quello che non risponde a Zampetti – ne era ignaro.

Ugo Zampetti e Luigi Di Maio

L’articolo descrive anche come Zampetti sia diventato una specie di mentore di Luigi Di Maio e lo abbia aiutato nella sua formazione politica e nell’ultima partita poltica giocata e persa:

Il giovane Luigi, nominato vicepresidente di Montecitorio, dismette subito l’abito dell’atti vista – che peraltro non gli si addice – e indossa il completo blu con cravatta blu dell’istituzione. Zampetti lo supporta, gli apre il grande libro delle procedure, delle tecniche per gestire l’aula. Il distacco per il pensionamento (accettato malvolentieri) di Zampetti non scalfisce la sintonia e il duo,quando il momento arriva, si ricompone.

ugo zampetti luigi di maio

Il segretario generale converte l’aspirante premier agli occhi di Mattarella: da europeista scettico a europeista maturo; da atlantista sfiduciato ad atlantista convinto, e via cambiando. È sempre Zampetti, tra l’irritazione dei colleghi del Colle, a perorare la causa dell’avvocato Giuseppe Conte, a tentare di persuadere Mattarella sulla caratura di quella figura. Non c’è assenso unanime al Colle quando il presidente affida l’incarico a Conte, c’è–di certo –la zampata di Zampetti. Il segretario generale, peraltro, non solo ha spinto Conte, ma non ha creduto mai all’asse con il Pd. Quello che sperava l’altro Colle, infarinato di vecchia sinistra Dc (e poi Pd), alla Mattarella.

Insomma, secondo il racconto del Fatto ci sono due quirinali: uno che sperava nell’accordo con il M5S e la Lega e l’altro che auspicava un accordo con il PD. Forse è a qualcuno dei consiglieri con questa linea che si riferiva Di Maio?

Leggi sull’argomento: Il Quirinale smentisce Di Maio su Bagnai e Siri ministri

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