La guerra tra renziani e Giovani Turchi dietro il caos al congresso del PD di Napoli

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-11-13

Nella notte di sabato arriva lo stop di Martina; domenica mattina il contrordine: si vota. Ma una ventina di sezioni rimane chiusa e uno dei tre candidati invita a non partecipare al voto, mentre alle urne si reca un terzo degli iscritti

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Ieri abbiamo raccontato del caos al congresso del Partito Democratico di Napoli, dove una comunicazione del vicesegretario Maurizio Martina rinviava la consultazione per la scelta del nuovo segretario ma poi una controcircolare di Andrea Rossi, responsabile organizzazione, apriva invece il voto che alla fine si è svolto in un clima surreale, con 10mila persone che si sono recate ai seggi su 25mila aventi diritto.

La guerra tra renziani e Giovani Turchi dietro il caos al congresso del PD di Napoli

A Napoli correvano ufficialmente tre candidati: Massimo Costa, Tommaso Ederoclite e Nicola Oddati. I primi due renziani, il terzo appoggiato dalla corrente dei Giovani Turchi che fa capo al presidente del PD Matteo Orfini. .Lo spoglio è avvenuto nei singoli circoli e nella notte tutti i verbali sono stati portati nella sede del Pd di Napoli, in via Toledo, dove stamattina ci sarà il conteggio dei voti e verrà reso noto il risultato. Il voto si è svolto in 100 dei 126 circoli ma il caos era cominciato sabato sera, quando, forse accettando le pressioni di Nicola Oddati che chiedeva un rinvio per irregolarità nella platea degli iscritti, il vicesegretario nazionale del PD Maurizio Martina invia una mail al garante Alberto Losacco, chiedendo uno slittamento di una settimana: “A seguito delle valutazioni politiche emerse in ambito nazionale si ritiene opportuno chiedere il posticipo dei congressi di circolo per il congresso della federazione provinciale di Napoli”. La richiesta da Roma era una delle condizioni poste da Losacco per far slittare il congresso e quindi il PD comunica ai circoli di non votare. Sembra la vittoria di Nicola Oddati e dei suoi sostenitori, i parlamentari e consiglieri regionali ex Ds e il governatore Vincenzo De Luca.
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Invece alle 11 arriva un altro colpo di scena: gli ex Margherita, a cominciare dal capogruppo in Regione Mario Casillo e l’altro consigliere regionale Raffaele Topo sono imbufaliti. In mattinata molti circoli aprono le urne tanto che il segretario uscente Venanzio Carpentieri era già a votare alle 10.30. E così lo strappo si riverbera sul Nazareno: alle 11 arriva una mail di Andrea Rossi, responsabile organizzazione del Pd nazionale, un altro membro della segreteria renziana che scrive: “pur rispettando le motivazioni politiche che hanno indotto Martina ad assumere la decisione di chiedere il rinvio, considerato che la comunicazione è pervenuta a poche ore dall’apertura dei seggi e che le procedure congressuali si sono svolte finora regolarmente si conferma che i congressi si svolgeranno regolarmente oggi”. Anche il circolo di Costa, candidato favorito, rimane chiuso e lui non può votare.

Renziani contro Giovani Turchi, ex DS contro ex Margherita, De Luca contro Napoli

Tante sono le chiavi di interpretazione di quanto accaduto. Una vede la contrapposizione tra le correnti del Partito Democratico che oggi sono nella maggioranza che appoggia Renzi, ovvero Giovani Turchi (come Martina e Orfini) contro renziani. Un’altra chiave vede invece le divisioni tra ex Margherita ed ex DS. La terza è quella che vede invece contrapposti il PD di Napoli a Vincenzo De Luca, che aveva proposto una candidatura unitaria poi tramontata – quella di Pasquale Granata – che era stata vista come il tentativo da parte del governatore della Regione Campania di “mettere le mani” su Napoli. Per questo il successivo appoggio di De Luca a Oddati era stato visto con sospetto, all’interno di una faida che da anni erode i consensi dei democratici sia in provincia che al comune di Napoli e che ha portato al flop di Valente contro De Magistris.

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I voti al Partito Democratico a Napoli

“Dai dati in nostro possesso hanno partecipato a questa risibile conta di corrente 805 iscritti in città e 5500 in provincia, per un dato che si aggira intorno ai 6300 votanti. Si tratta del 13% in città e circa il 25% complessivi”, ha detto ieri il Comitato di Nicola Oddati. La vera posta in palio di questa vicenda sono le candidature alle elezioni politiche prossime venture. Dove ciascuno vuole piazzare i suoi. Intanto al nazionale, sconcertati per l’ennesima querelle di zona, pensano di commissariare.

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