Il condono tombale di Salvini in arrivo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-21

Il ministro annuncia il piano della Lega: tre aliquote e sconti sulle tasse fino al 94%. Per gli esperti le cifre che il Carroccio immagina sono irraggiungibili

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«Chiudere tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100.000 euro»: un condono tombale, quello annunciato ieri da Matteo Salvini davanti alla Guardia di Finanza, che porterà a pagare l’intero importo di un debito con il fisco soltanto al 4%: ad avere una cartella esattoriale sopra i 100 mila euro è appena il 4% dei 21 milioni di debitori fiscali. Il condono dovrebbe quindi interessare il 96 per cento di loro, ossia 20 milioni 160 mila persone. Di questi, più di 11 milioni hanno un debito entro i mille euro, oltre 3 milioni devono al fisco tra 10 mila e 100 mila euro.

Il condono tombale di Salvini

Secondo Salvini il 96% dei debitori del fisco potrebbe estinguere i debiti con il fisco pagando il 15% dell’importo totale che dovrebbe a Equitalia. Ci sono però una serie di problemi che si aprono con il progettone di Salvini. Il primo è quello che segnala oggi Marco Ruffolo su Repubblica: : annunciare una sanatoria che non si limita, come oggi, alla cancellazione di interessi di mora e sanzioni, ma che estingue anche l’85% dell’imposta, non può non avere effetti sulla rottamazione delle cartelle in corso. Perché aderire subito quando si potrà pagare ancora meno in futuro? È normale immaginare che tutti quelli che potranno attenderanno il nuovo condono e lasceranno andare il vecchio.

condono fiscale salvini
Le imposte evase e il tasso di evasione (La Repubblica, 21 giugno 2018)

Il secondo problema: finora sono state ipotizzate tre aliquote: una del 6%, per le situazioni «eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica» (chissà come saranno dimostrate), una intermedia del 15%, e una del 20-25%. E qui arrivano i rischi, che spiega Roberto Giovannini sulla Stampa:

Le stime della Lega addirittura ipotizzano 60 miliardi di gettito in due anni (con una soglia a 200.000 euro, però). Sembra però ai più una cifra assolutamente irraggiungibile. Intanto, perché il grosso dei debiti col Fisco sono di modesta entità: quelli tra i 1.000 e i 5.000 euro rappresentano il 74% del totale, il 7,1% si trova tra i 5mila e i 10mila euro.

Secondo, perché come affermò in Parlamento a fine 2016 l’allora amministratore delegato di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini (ora a capo dell’Agenzia del
le Entrate) alla fine del 2016 il «magazzino» di carichi affidati alla riscossione ammontava a 817 miliardi di euro. Ma solo 51,9 miliardi sono facilmente aggredibili, visto che tra l’altro 138 miliardi sono dovuti da soggetti falliti, 78 da persone decedute e imprese cessate, 92 miliardi da nullatenenti, e per 314 in passato si sono tentate senza successo azioni esecutive.

Quanto alle liti fiscali, come detto l’86% delle liti fiscali in corso riguardano questioni di importo inferiore ai 100.000 euro; ma secondo il Consiglio della Giustizia tributaria le liti pendenti al 31 dicembre 2017 in tutto sono 417mila, per complessivi 50,4 miliardi. Infine ci sarebbe il piccolo dettaglio che quelli che hanno pagato le tasse potrebbero sentirsi leggermente presi in giro dal fatto che grazie a Salvini c’è chi pagherà il 6% e chiuderà tutti i conti con il fisco. Ma questo, appunto, è soltanto un dettaglio.

Leggi sull’argomento: Come ILVA rischia di esplodere in faccia a Di Maio 

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