Così il Comune di Roma toglie i soldi alla manutenzione della città

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-27

Un vecchio detto recita: “Chi ama le salsicce e le leggi non dovrebbe sapere come sono fatte né le une né le altre”. Vale anche per i bilanci. 

article-post

Qualche tempo fa avevamo spiegato come il Comune di Roma avesse fatto quadrare i conti nel bilancio 2018 tagliando gli investimenti in trasporti e istruzione; questo perché la spesa “rigida”, riassunta dalle due voci dedicate al personale e agli acquisti di beni e servizi, assorbe una quota sempre più grande delle energie finanziarie disponibili, lasciando le briciole al resto. Oggi Il Messaggero lancia l’allarme su tutta una serie di progetti, in alcuni casi anche di manutenzione, che l’amministrazione a 5 Stelle ha definanziato per far quadrare i conti.

I beni culturali sono tra le “vittime” delle ristrettezze finanziarie in cui si deve muovere la giunta: nella liste dei progetti definanziati per il 2018 ci sono il consolidamento e restauro delle Mura Aureliane, compreso l’allestimento del museo nella Torre est, il recupero dell’ex Ospedale Germanico, il restauro della Villa di Plinio a Castel Fusano e quello che riguarda Porta del Popolo dove, in particolare, si sarebbero dovuti risistemare gli ambienti interni.
Salta quasi completamente, per i prossimi dodici mesi, la prevista realizzazione del nuovo svincolo e sottopasso del grande raccordo anulare, con tanto di corsie complanari, tra via Casilina e Tor Bella Monaca: dei sei milioni e passa di euro previsti per il progetto, quest’anno ne saranno a disposizione appena 600 mila. Il resto, in gran parte, è stato iscritto nelle poste del 2020, saltando addirittura due anni: insomma, chi vivrà vedrà.

COMUNE ROMA DEFINANZIAMENTO PROGETTI
Il definanziamento dei progetti per la città da parte del Comune di Roma

E ancora:

Se ne riparlerà nel 2019, salvo ulteriori complicazioni, anche per il restauro conservativo di ponte Risorgimento, che collega i quartieri Flaminio e Prati, del risanamento strutturale di ponte Flaminio (quello di corso Francia) e del viadotto della Magliana. Ma il piano di maggior impatto sulla circolazione romana, tra quelli che saltano nel prossimo anno, è il rifacimento della tangenziale est: in particolare,sono slittati al 2019 e 2020 i lavori di messa in sicurezza delle barriere di protezione e di manutenzione straordinaria del fondo stradale lungo l’intero tratto compreso tra la galleria Giovanni XXIII e la nuova circonvallazione interna (ossia il tunnel Nomentana-Tiburtina).
Stessa sorte per la manutenzione straordinaria di via Portuense (tre milioni di euro) e di via della Pineta Sacchetti (1,5 milioni). Nulla da fare, almeno nel 2018, per la sostituzione di scale mobili, tapis roulant e ascensori nelle stazioni metro B, la realizzazione dei parcheggi di scambio presso le stazioni ferroviarie di Villa Bonelli e Muratella, l’ampliamento di quello di Ponte Mammolo, i nuovi centri sportivi di Pietralata, Tor de’ Cenci e Cesano, la realizzazione del centro polifunzionale del mercato dell’Alberone, in via Appia Nuova.

Nei giorni scorsi amministratori e consiglieri comunali si erano vantati per l’approvazione a tempo di record del bilancio. Chi ha seguito il dossier e non è così scemo da credere alla propaganda politica aveva già capito molto sul come si era arrivati al risultato. Un vecchio detto recita: “Chi ama le salsicce e le leggi non dovrebbe sapere come sono fatte né le une né le altre”. Vale anche per i bilanci.

Leggi sull’argomento: Così il Comune di Roma “dimentica” e taglia gli investimenti in trasporti e istruzione

Potrebbe interessarti anche