E il Comune di Roma taglia i fondi per i servizi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-19

Con il bilancio 2019-2021, il Campidoglio aveva previsto, alla voce «spese» 19,4 miliardi, a fronte di entrate da 21 miliardi. Con la delibera della settimana scorsa, si passa a 16,3 miliardi di entrate e 14 miliardi di«spese»

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Il Comune di Roma taglia i fondi per i servizi a causa dei mancati incassi di tasse e multe. Il Messaggero oggi cita una delibera della Giunta Raggi che rivede gli stanziamenti per i servizi per un totale di 1,3 miliardi di euro nel triennio. Con il bilancio 2019-2021, il Campidoglio aveva previsto, alla voce «spese» 19,4 miliardi, a fronte di entrate da 21 miliardi. Con la delibera della settimana scorsa, si passa a 16,3 miliardi di entrate e 14 miliardi di«spese». In realtà, il taglio è minore di quello che sembra, perché per 4 miliardi si tratta di partite di giro. Ma il resto no.

Trasporti:-368 milioni. Sicurezza e ordine pubblico: -137 milioni. Politiche sociali: -127 milioni. Servizi istituzionali e Anagrafe: -404 milioni. E ancora,-125 milioni all’istruzione, -40 milioni all’Ambiente, via 27 milioni per la cultura, altri 14 milioni per il comparto del commercio e dello sviluppo economico, 52 milioni per l’«assetto del territorio» e le questioni abitative. È tutto annotato in una delibera approvata lo scorso 10 luglio dalla giunta di Virginia Raggi. Una scure che si abbatte sulla «cassa» del Campidoglio, cioè la cifra che l’amministrazione della Capitale può effettivamente spendere per pagare i servizi.

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I conti del Comune di Roma (Il Messaggero, 19 luglio 2019)

Una cifra che si determina di volta in volta tenendo conto di alcuni fattori: gli stanziamenti previsti (in gergo tecnico si chiama: «previsione di competenza»), i residui (cioè i crediti non riscossi e i debiti da saldare) oltre agli investimenti vincolati. Gli stanziamenti previsti non sono cambiati. Il problema riguarda il resto. Perché a Roma, l’anno scorso, sono aumentati sia i crediti non incassati, i cosiddetti «residui attivi», sia i debiti da saldare, i «residui passivi». Risultato: la «cassa» va adeguata. E il Comune la aprirà molto di meno rispetto a quanto aveva previsto peril 2019-2021.

E quindi alla voce «spese», tolte le partite di giro di cui si diceva, si registra una «diminuzione» di almeno 1,3 miliardi. In tutti i settori più delicati. Dalla Tutela ambientale, insomma rifiuti e ambiente (-40,2 milioni), ai malandati trasporti (-368 milioni). O per il commercio e lo sviluppo economico (-14 milioni). Spesa in diminuzione di 74 milioni anche per gli «interventi per l’infanzia e gli asili nido», altre diminuzioni alle spese per anziani (-11 milioni), disabili (-6,4 milioni) e famiglie.

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